preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Nell'area sacra del tempio di Gerusalemme era invalso l'uso di un vergognoso commercio. Si facevano compre e vendite circa la materia delle offerte e dei sacrifici. E' da supporre che si verificassero scandalosi abusi. Dopo il lamento sulla città, Gesù entra in Gerusalemme, sale al tempio e “comincia a scacciare i venditori, dicendo: sta scritto: la mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri!” E' bene che non ci facciamo illusione: il tempio deve essere conservato puro. La vicenda di Dio nel mondo rimane santa; e poiché il tempio non è soltanto il tempio di pietre - noi stessi siamo il tempio di Dio - il gesto di Gesù ci riguarda personalmente circa la santità con cui dobbiamo circondarlo e custodirlo. Pur non togliendo nulla a quanto Gesù ha compiuto, è doveroso fare un'altra considerazione. Il gesto di scacciare i venditori dal tempio non è giustificato da nessuna disposizione della legge che sarebbe stata violata, essendo pienamente legittime le attività commerciali e finanziarie che si svolgevano nel cortile esterno. Per questo diventa un segno profetico che annuncia la fine del luogo prestigioso dell'antica alleanza. Il velo del tempio si squarcerà da cima a fondo nel momento in cui Gesù morirà sul Golgota. Gesù stesso sarà il tempio della nuova alleanza, consacrata nel suo sangue. La casa di Dio può e deve avere un'altra destinazione. E' ciò che il Maestro comincia a fare: “Ogni giorno insegnava nel tempio”. Vi troviamo in ciò un richiamo di una antecedente profezia: “Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore, che voi cercate”. Il brano evangelico si chiude con questa annotazione: “I sommi sacerdoti cercavano di ucciderlo. Tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell'ascoltarlo”. L'inimicizia che sta suscitando, costruirà il tempio, dove il Padre ci attende. Sono le meraviglie del Signore, che cambia in bene il male che l'uomo si procura con le sue stesse mani.
L'Abba Pastor disse: Proprio come il fumo fa uscire le api dall'alveare in modo che il miele venga loro sottratto, così una vita comoda priva l'anima dell'uomo del timor di Dio e cancella tutte le sue opere buone.
GLI ARTIGIANI DEL MONASTERO Se nel monastero vi sono degli artigiani, esercitino la loro arte in tutta umiltà e solo con il consenso dell'abate. Se però qualcuno di loro si insuperbisce per la perizia acquisita nella sua arte e perché pensa di recare una qualche utilità al monastero, costui sia sospeso da quell'attività e non torni ad esercitarla se prima non si sarà umiliato e l'abate non glielo avrà concesso di nuovo
home | commento | letture | santi | servizi | archivio | ricerca | F.A.Q. | mappa del sito | indice santi | preghiere | newsletter | PDA | WAP | info