Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Martedì 03 novembre 2020

Un uomo diede una grande cena!

Solo per breve tempo è rimasto anonimo quell'uomo che diede una grande cena. Ora noi non abbiamo alcun dubbio su di Lui, è Cristo Gesù, il Figlio di Dio. È ancora Lui a lanciare l'invito. Siamo ancora noi ad addurre spesso le nostre stùpide scuse per esimerci da quell'invito. Ci falla la memoria di Chi c'invita, perché c'invita e cosa troveremo alla sua mensa. Siamo evidentemente immersi nei nostri campi, a fare le nostre cose, a nutrirci delle nostre povere mense. La mensa del Signore è l'intima comunione con Lui, è il farci nutrire della luce della sua parola di verità, è il godere interiormente del suo amore di fratello e amico nostro. Forse dobbiamo riconoscerci ed identificarci con i poveri, gli storpi e i ciechi per sperare di essere annoverati almeno tra gli invitati dell'ultima ora. Voglia Dio farci sentire non solo nella morsa della fame e tutta l'arsura della sete che ci brucia dentro perché solo così potremmo valutare l'importanza dell'invito alla cena del Signore e apprezzare il divino nutrimento che, gratuitamente, ci viene dato. È davvero triste costatare che ancora oggi i reiterati inviti alla grande cena vadano deserti, mentre fuori aumentano fame e sete fino al punto di degenerare in continue e crescenti violenze. Nel nostro mondo si verificano delle strane chiusure alle grazie e alle sollecitazioni divine proprio in concomitanza di ineluttabili urgenze: mense ben imbandite nelle nostre chiese e fuori famelici inferociti. Sorge legittimo il dubbia che i "servi" inviati per spandere l'invito non siano adeguati alla loro missione. O sono gli invitati a non sentire il forte richiamo che Dio sta lanciando loro per bocca dei suoi ministri? E' consolante per tutti che, nonostante i colpevoli rifiuti, la mensa è ancora imbandita: il Figlio di Dio è ancora obbediente e docile alle voci che lo vogliono come cibo e bevanda di vita.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Dicevano dell'Abba Agatone che si mise per tre anni una pietra in bocca, finché non imparò a tacere.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

IL LAVORO MANUALE QUOTIDIANO

Soprattutto è necessario incaricare uno o due anziani, i quali facciano il giro del monastero nelle ore in cui i fratelli devono dedicarsi alla lectio divina, per vedere se per caso non ci sia qualche fratello accidioso che si dà all'ozio o alle chiacchiere e non è intento alla lettura; e così non solo è inutile a se stesso ma distrae anche gli altri. Se lo si trovasse - non sia mai! - un tipo così, lo si rimproveri una prima e una seconda volta; se non si corregge, sia sottoposto alla disciplina regolare con tale severità che gli altri ne abbiano timore. Né un fratello si intrattenga con un altro nelle ore non permesse.


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