Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Mercoledì 02 settembre 2020

Gesù si china su di noi.

Il chinarsi su qualcuno bisognoso esprime tenerezza, affetto, volontà di prestargli aiuto. Così vediamo oggi Gesù. È chinato sulla suocera di Pietro in preda alla febbre. È bello vederlo in una realtà più ampia e ancora più vera. L'Inviato del Padre, si è umiliato nella carne per essere uno di noi. Ecco il suo chinarsi verso la nostra umanità, afflitta dal male e dalla febbre del peccato. Egli stende ancora le sue mani per guarirci e salvarci. Ciò è frutto di quella perenne redenzione che continuamente si attua nella storia del mondo e di ciascuno di noi. Il chinarsi di Cristo raggiungerà il suo apice sul calvario, sulla croce e nel sepolcro. Sappiamo che da quella profonda umiliazione sgorgheranno i frutti della salvezza. Il nemico, l'accusatore sarà precipitato per sempre negli inferi e Cristo si ergerà glorioso come nostro avvocato nella gloria del Padre. Resterà però ancora chino su di noi a stendere le sue mani, a illuminarci con la sua parola, a nutrirci con il suo corpo e il suo sangue. Gesù è chino su ciascuno di noi per garantirci il suo amore, ma nello stesso tempo è nella perfetta unione con il Padre; lì ormai è posto il deserto della sua preghiera per noi. Egli ha azzittito i demòni e ci ha donato l'alimento della fede con la verità della sua testimonianza di Figlio di Dio e fratello nostro. Tutto questo è l'opera della salvezza.


Apoftegmi - Detti dei Padri

«La cella del monaco è la fornace di Babilonia, dove i tre fanciulli trovarono il Figlio di Dio; e la colonna di nube, da cui Dio parlò a Mosè».
La cella è il sinonimo della preghiera, perché è il luogo dove, nel segreto e nella verità, ci collochiamo davanti al Padre. E quando la preghiera è luce e fuoco, allora la cella diventa una fornace ardente e il luogo dove si manifesta la nube luminosa.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

COME CELEBRARE LE LODI MATTUTINE

La domenica alle Lodi mattutine si dica prima il salmo 66, senza antifona, di seguito;poi il salmo 50, cantato con l'Alleluia; dopo di esso il 117 e il 62; quindi il cantico Benedicite (Dn 3,57-88) e le laudes (i salmi 148-149-150), una lettura dell'Apocalisse a memoria, il responsorio, l'inno, il versetto, il cantico del Vangelo, la litania; e così si termini.


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