Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Venerdì 14 agosto 2020

Fedeltà creativa.

Se il discorso sul perdono del vangelo di ieri, spinge a irrobustire la nostra fede e a viverla coerentemente, non meno esigente si mostra la richiesta di fedeltà di cui è portatore il vangelo odierno. L'episodio si inserisce all'interno di un'ennesima diatrìba tra Gesù e i farisei. Questi, da rigidi custodi della Legge sanno che c'è una norma, fatta risalire a Mosé, per cui è lecito ripudiare la propria moglie, ma Gesù vi si oppone decisamente, facendo prevalere i diritti-doveri della persona sulla Legge stessa. È la legge a servizio della persona e non questa sottomessa a quella. Nella prima lettura, nel libro di Giosuè, troviamo una grande liturgia commemorativa, probabilmente una celebrazione di rinnovamento dell'Alleanza, in cui Israele fa memoria, attraverso l'ascolto, delle grandi gesta compiute da Dio, in favore del suo popolo. L'ascolto e la Parola sono due dimensioni che troviamo in entrambe le letture di oggi. Se l'ascolto avviene come memoriale allora la Parola si attualizza: ciò che viene letto non è la storia di altre persone, ma è la mia storia, ne sono coinvolto personalmente. Così il vangelo ci indica che verso la Parola occorre una "fedeltà creativa": sappiamo quanto siano deleteri i fondamentalismi di ogni genere, specialmente dove hanno a che fare con il letteralismo. Preservare la lettera è certamente cosa buona, ma esserne ostinatamente vittime è distruttivo per sé e per gli altri. Non c'è bisogno di scandalizzarci per la rigidità dei farisei, pensiamo invece ai vari fondamentalismi, in campo religioso e non, anche nel seno del cattolicesimo stesso, che scorgiamo oggi in questo nostro mondo ed anche, perché no, dentro di noi!


In serata messa vespertina:
In Vigilia Assumptionis B. M. V. Soll. Alb.
Form. proprio
Lect.: 1Chr 15,3-4.15-16; 16,1-2; Ps 131; 1Cor 15,54-57; Lc 11,27-28.

Apoftegmi - Detti dei Padri

«Gli anziani dicevano: "Ad ogni pensiero che ti assale chiedi: "Sei dei nostri o vieni dall'Avversario?". Te lo dirà certamente!"».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'UMILTÀ

Quanto poi alla volontà propria, dalla Scrittura ci viene proibito di compierla quando dice: «Non seguire le tue voglie» (Sir 18,30); e similmente nel Padre Nostro preghiamo Dio che si faccia in noi la sua volontà. A ragione dunque ci viene insegnato di non compiere la nostra volontà, se evitiamo l'inganno di cui parla la Scrittura santa quando dice: «Ci sono delle vie che all'uomo sembrano diritte, ma che invece sboccano nel profondo dell'inferno» (Pr 16,25); e similmente ci guardiamo da ciò che si dice dei negligenti: «Sono corrotti e sono diventati abominevoli nelle loro voglie» (Sal 13,1 Volg.). Quanto infine ai desideri della carne, crediamo ugualmente che Dio ci è sempre presente, secondo ciò che dice il profeta: «Signore, davanti a te è ogni mio desiderio» (Sal 37,10). Guardiamoci dunque dai cattivi desideri, perché la morte è posta sulla soglia del piacere; perciò la Scrittura raccomanda: «Non andar dietro alle tue concupiscenze» (Sir 28,30).


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