Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Mercoledì 03 giugno 2020

La vita oltre la vita.

La nostra visione dell’aldilà, per quanto illuminata dalla fede e dalla rivelazione, è ancora incerta e parziale: “Vediamo come attraverso un velo”, più o meno spesso e siamo sempre tentati di ridurre le categorie soprannaturali a quelle terrene. I sadducei, che negavano la risurrezione, facendo riferimento alla legge antica, che stabiliva per i fratelli di un eventuale defunto di sposare la vedeva senza figli per garantire una discendenza, prospettano a Gesù il caso di sette fratelli che avevano sposato successivamente la stessa vedova. Pongono poi la domanda finale: “quando risorgeranno (i sette fratelli) a chi di loro apparterà la donna?” Gesù rifiuta questa visione gretta della vita futura e denuncia “l’ignoranza delle scritture” e l’incomprensione “della potenza di Dio” da parte dei suoi interlocutori. Nell’altra vita saremo come gli angeli di Dio e Dio stesso sarà la fonte inesauribile ed eterna della nostra felicità. Il desiderio d’immortalità è innato in noi, conseguire l’obiettivo finale della vita è il nostro primo obiettivo. Ricordiamoci spesso di pregare per la buna morte. Certo... quando il buon Dio vorrà...


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un fratello domando all'anziano: "Come entra nell'anima il timore di Dio?". Disse l'anziano: "se l'uomo è umile, povero, e se non giudica gli altri, il timore di Dio entra in lui".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I MONACI PELLEGRINI

Inoltre se l'abate lo giudica degno, potrà assegnargli un posto più elevato. E questo non valga solo per un monaco, ma anche per uno che provenga dai sopraddetti gradi dei sacerdoti e dei chierici: cioè, se l'abate vede che la loro condotta lo merita, potrà elevarli a un posto superiore a quello dovuto per l'ingresso in monastero. L'abate però si guardi bene dall'ammettere nella propria comunità un monaco di altro monastero conosciuto, senza il consenso o le lettere commendatizie del suo abate, perché sta scritto: «Non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te» (cf. Tb 4,16; Mt 7,12).


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