preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Gesù si autodefinisce la Porta delle pecore. Lui, il risorto è una porta aperta per ognuno, come è aperta la sua tomba da cui è stato rimosso quel grande masso del nostro peccato. Il suo cuore trafitto dalla lancia è una porta sempre aperta che ci immerge nell’immensità dell’amore divino redentivo. È Lui, il pastore buono che si è messo sulle nostre traccie, incarnandosi ci ha trovato, si è caricato il pesante fardello delle nostre colpe, ha dato la vita per noi sulla croce e ci ha consentito il ritorno tra le braccia paterne e l’ingresso nella sua Casa. È Lui che con la sua incarnazione, passione, morte e risurrezione ci ha permesso di poterci rivolgere a Dio e chiamarlo da figli affettuosamente Padre. Usciti per nostra colpa dal Paradiso terrestre, fuori ormai dell’ambito stabile dell’amore, schiavi, esiliati, umiliati a fare i mandriani dei porci, per Cristo Gesù, via, verità e vita, ci siamo potuti rialzare, vivere il nostro faticoso esodo e tornare tra le braccia del Padre, perdonati e accolti come commensali in un festoso banchetto pasquale. È il nostro ritorno nella comunione con Dio e la riscoperta della nostra figliolanza e fratellanza che tutti ci unisce. Le parole di Pietro ci confermano questa verità: “Sappia dunque con certezza tutta la casa d'Israele che quel Gesù che voi avete crocifisso, Dio lo ha fatto Signore e Cristo” e aggiunge: “Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro” e stiamo sperimentando che quel richiamo è incessante da quella prima Pasqua. San Pietro in modo esplicito afferma che Gesù con la sua morte e risurrezione ci ha guariti dal peccato, ci ha ridonato la vita. Gesù: “Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza. Io sono il buon pastore”. Ci conviene nella docile umiltà chiedere nella preghiera di essere rivitalizzati e annoverati tra le pecore del gregge di Cristo. Potremmo varcare quella “Porta” che ci apre alla vera vita pensando serenamente anche all’ultimo varco che ci attende verso l’eternità.
Un confratello andò dall'Abate Mosé a Sceta, chiedendogli un colloquio. Il vecchio gli rispose: Va', siedi nella tua cella e la tua cella ti insegnerà tutto.
IL LAVORO MANUALE QUOTIDIANO Nei giorni di Quaresima, dal mattino fino a tutta l'ora terza si dedichino alla lectio divina e poi si occupino nei lavori loro assegnati fino a tutta l'ora decima. E in questi giorni di Quaresima tutti ricevano uno dei codici in cui è divisa la Bibbia e lo leggano di seguito e per intero; tali codici devono essere distribuiti all'inizio della Quaresima.
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