preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Gesù sottolinea spesso la sua figliolanza con Dio Padre. Il richiamo alla paternità divina è un modo reale per dimostrare l'importanza della relazione tra noi esseri umani. Filippo, con la sua richiesta di voler vedere il Padre indica una fede reale ma che vuole essere sbrigativa. Vuole andare subito alla questione fondamentale. Gesù ha parlato tante volte del Padre; ecco allora contempliamolo e tutto si risolve. Non è così, la sua fede è sincera ma non completa. Nelle relazioni tutto è importante; Gesù Cristo come uomo vuole condurci a Dio. Il rispetto di questa mediazione significa completare la fede in modo maturo. Per noi è un messaggio importante. I nostri comportamenti dovrebbero sempre rispecchiare questi sentimenti. Il rispetto altrui, non è solo adempiere un obbligo preciso! È un modo preciso ed inequivocabile di considerarci tutti fratelli e sorelle e tutti portatori di una realtà che non ci appartiene. Il messaggio di Gesù che troviamo nel Vangelo di oggi ha molti riferimenti. Possiamo applicarlo nelle nostre relazioni familiari; nei luoghi di lavoro ed anche nel nostro rapporto con Dio. La fede matura che ci è richiesta significa anche la mediazione della Chiesa che, con le sue debolezze umane è portatrice anche lei di una realtà che non le appartiene. Guardiamo più in avanti, siamo consapevoli che tutti abbiamo bisogno della misericordia di Dio e sappiamo come interpretare il messaggio di Gesù tra noi, nel perdono, nella carità e nella misericordia.
Un giorno l'Abba Macario, passando di ritorno dalla palude nella sua cella, recava con sé dei rami di palma, ed ecco per la strada gli venne incontro il diavolo con una falce per la mietitura. Lo avrebbe voluto colpire con quella falce, ma non ci riuscì e gli disse: O Macario, da te subisco grande violenza, perché non posso avere la meglio su di te. Infatti qualsiasi cosa tu faccia, la faccio anch'io: digiuni e anch'io non mangio affatto, vegli e anch'io non dormo affatto. C'è una sola cosa in cui mi sei superiore; l'Abate Macario chiese: Quale? Il diavolo rispose: La tua umiltà, a causa della quale non riesco ad avere la meglio su di te.
VESTI E CALZATURE DEI FRATELLI Quando si ricevono indumenti nuovi si restituiscano sempre quelli usati, da conservare nel guardaroba per i poveri. Devono bastare infatti al monaco due cocolle e due tuniche, sia per avere il cambio la notte sia per poterle lavare; il di più è superfluo e deve essere tolto. Anche le calze e ogni altra cosa usata le restituiscano quando ne ricevono di nuove. Quelli che si mettono in viaggio prendano i femorali dal guardaroba e al ritorno li restituiscano lavati. E le cocolle e le tuniche per il viaggio siano un po' più buone di quelle che ordinariamente usano; le prendano dal guardaroba quando partono e ve le ripongano quando tornano.
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