preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Oggi ascoltiamo una profezia di Geremia che puntualmente si compie e attualizza in Cristo: “Ecco, io prenderò i figli d’Israele dalle nazioni fra le quali sono andati e li radunerò da ogni parte e li ricondurrò nella loro terra: farò di loro un solo popolo nella mia terra; io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo”. È l’opera di Dio che incessantemente solca tutta la nostra storia: noi dispersi, Dio, buon pastore, che ci cerca e ci riconduce all’ovile, cioè nell’ambito sicuro del suo cuore di Padre. Nel Vangelo Caifa, sommo sacerdote, con accenti profetici, così sentenzia: "È conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo"; viene così anticipata la sentenza di morte, che sentiremo gridata dal popolo e confermata da Ponzio Pilato. Gesù doveva morire per la nazione, doveva morire per l’umanità intera, per tutti e per ciascuno, ma non per volontà umana, ma per un arcano disegno divino; “E non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi". Questa per i nemici del Signore è la stolta preoccupazione: “Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui". Anche in queste parole si scorgono verità divine pronunciate inconsapevolmente dagli stolti accusatori: davvero sta per compiersi il “segno” per eccellenza che muoverà alla fede il mondo intero! La Luce del Risorto si irradia nel mondo e squarcia anche le tenebre più fitte. Ora tutti possono credere in Lui. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. È il culmine della stoltezza, dell'insania che si mescolano con il buio del peccato: vogliono uccidere Colui che è l’autore della vita, che pochi giorni prima aveva richiamato Lazzaro, nel sepolcro da quattro giorni. È meraviglioso come i disegni divini si intrecciano con le umane vicende! Come gli eventi che sembrerebbero guidati dagli uomini sfocino poi nella storia sacra. Ormai ne siamo certi, tutto concorre alla realizzazione di un piano divino dettato da amore e sapienza infiniti. Anche la vita di ognuno di noi si muove nella stessa direzione.
Oggi ringraziare, ringraziare, ringraziare!
Disse un anziano: «Senza la sorveglianza delle labbra è impossibile all'uomo progredire anche in una sola virtù; poiché la prima delle virtù è la sorveglianza delle labbra».
LA MISURA DEL CIBO Per il pasto quotidiano - abbia esso luogo a sesta o a nona - noi pensiamo che siano sufficienti in tutte le stagioni due pietanze cotte, per riguardo alle infermità dell'uno o dell'altro dei fratelli; cosicché chi non può cibarsi di una, si nutra con l'altra. Quindi due pietanze cotte bastino a tutti; e se ci fosse la possibilità di avere frutta e legumi freschi, se ne aggiunga una terza. Di pane sarà sufficiente una libbra di buon peso al giorno, sia quando si fa un pasto solo sia quando si pranza e si cena. Che se si deve anche cenare, il cellerario metta da parte un terzo di quella libbra e lo passi a cena.
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