preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Da sempre dove c’è o si suppone che ci sia del soprannaturale o dello straordinario la gente si accalca, attratta da stupore e da curiosità e meraviglia. L’evangelista Marco ci fa rivivere uno di quei momenti, protagonisti gli apostoli e un fanciullo indemoniato. Questi stanno cercando, su mandato di Cristo, di cacciare quel demonio ma senza riuscirci. La gente fa calca intorno. Da qualche parte manca la fede e Gesù, al suo arrivo rimprovera gli astanti: «O generazione incredula! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». L’incredulità e la mancanza di fede diventano peccaminose, quando splende in tutto il suo fulgore nella persona del Cristo, luce del mondo. Sembra strano che se accorgano i demoni, reagendo, a modo loro alla sua presenza e poi al suo imperativo categorico con cui allontana per sempre satana, e non altrettanto le persone presenti. Sarà il padre del fanciullo a ripercorrere le varie fasi del male e poi ad implorare dal Signore un aumento della sua fede. Così Gesù, ancora una volta, vuole dirci la vera finalità dei segni che egli pone: vuole suscitare la fede vera, quella che mai si arrende dinanzi al male, qualunque siano le manifestazioni che l’accompagnano. Solo Lui, con la sua divina potenza, può scandire un ordine che non ammette più replica: «Spirito muto e sordo, io te l’ordino, esci da lui e non vi rientrare più». È la sua missione: cacciare definitivamente il male dall’uomo, per questo egli è venuto tra noi. Da poi una bella lezione ai suoi, quando in privato gli chiedono il motivo del loro insuccesso: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera». Ecco allora la chiave certa di lettura dei nostri insuccessi e dei nostri fallimenti. Ecco perché il male ancora serpeggia tra noi e trova spesso facile accoglienza. Se smettiamo la preghiera ci auto condanniamo ad una penosa e pericolosa solitudine ed ad una quasi totale impotenza. Non dovremmo mai dimenticare che l’alimento migliore alla lampada della nostra fede è proprio la preghiera. Il contrario è il buio dell’anima e una lontananza incolmabile da Dio.
La preghiera Lui «sa cosa è bene per noi e ci fa misericordia».
L'UMILTÀ Nel periodo invernale, cioè dal principio di novembre fino a Pasqua, ci si alzi, secondo una valutazione ragionevole, all'ottava ora della notte, in modo da dormire un po' più della metà della notte e levarsi a digestione compiuta. Il tempo poi che rimane dopo le Vigilie, i fratelli che hanno bisogno di imparare qualcosa del salterio o delle letture, lo dedichino a questo. Da Pasqua invece fino al principio di novembre, l'orario venga regolato in modo tale che, dopo l'Ufficio vigiliare, lasciato un brevissimo intervallo in cui i fratelli possano uscire per le necessità naturali, seguano subito le Lodi mattutine che devono celebrarsi alle prime luci dell'alba.
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