preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Chi si rende infedele al contratto d'amore matrimoniale è un adultero. Perciò Gesù chiama generazione adultera gli ebrei suoi contemporanei, che si ostinavano in una infedeltà con l'alleanza/matrimonio contratto con Dio. Non hanno perciò diritto di pretendere un particolare segno oltre ai molti segni che egli offriva a tutti, per poter credere al Cristo. O meglio, verrà dato loro un segno ma non ora: allorché il Messia penderà, crocifisso, dalla croce a cui lo hanno ingiustamente condannato e quindi dopo un breve "soggiorno" nel sepolcro, risorge glorioso, sarà allora quel segno di Giona, rimasto nell'abisso per tre giorni, a testimoniare ancora più chiaramente a favore di Gesù. C'è un richiamo evidente alla fedeltà nei confronti del Signore, fedeltà alle promesse battesimali e ai nostri impegni contratti successivamente anche verso il nostro prossimo. La fede e la certezza della risurrezione ci aiutano a superare gli ostacoli della vita presente in vista di quella futura. Non ci mancano i segni, è solo troppo debole la nostra fede per saperli riconoscere. "Signore, aumenta in noi la fede".
«Tutto ciò che sorpassa la misura viene dai demoni»
L'UMILTÀ Il quinto gradino dell'umiltà si sale quando, tutti i cattivi pensieri che vengono in mente o i peccati commessi in segreto, il monaco li rivela con umile confessione al proprio abate, come ci esorta a fare la Scrittura quando dice: «Manifesta al Signore la tua via e confida in lui ed egli compirà la sua opera» (Sal 36,5); e ancora: «Confessatevi al Signore perché è buono, perché eterna è la sua misericordia» (Sal 117,1). Così pure il profeta dice: «Ti ho manifestato il mio peccato, non ho tenuto nascosto il mio errore; ho detto: Confesserò al Signore le mie colpe e tu hai rimesso la malizia del mio peccato» (Sal 31,5).
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