preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Diversi sono i motivi che ci invitano in questo primo giorno dell'anno a riflettere e ad unirci nel rendere grazie al Signore. Il primo dell'anno ci induce a pensare alla brevità della nostra vita. Ma questa stessa precarietà ci spinge a santificare il tempo che ci viene concesso come dono, vivendo nella vigilanza tanto raccomandata dalla Parola di Dio. E' il giornata della Pace. E la famiglia, è il custode della pace. «Lavorare per la famiglia, significa lavorare per la pace», affermava il santo Papa Giovanni Paolo II. Ci chiediamo forse perché la nostra preghiera per la pace non viene esaudita... Non possiamo pretendere che vi sia la pace nella “famiglia delle nazioni” se prima non costruiamo la pace dentro di noi, nelle nostre famiglie e tra i parenti, nelle nostre aggregazioni ecclesiali, nei gruppi parrocchiali. Riusciremo a togliere dal nostro cuore tanta ipocrisia, tante segrete gelosie, tante invidie... i tanti mai palesati egoismi? La pace del mondo è la somma della pace tra i singoli come il mare è la somma di gocce di acqua della terra. Gesù, figlio di Dio e di Maria, è venuto a portare la pace. Lei, la Regina della Pace, ci offre il suo Gesù. Principe della pace perché noi tutti impariamo a vivere nella pace con noi stessi, con il prossimo e con il Signore. Paolo ci ricorda che siamo figli di Dio e quindi come Lui portatori di pace: Quale responsabilità! I pastori che si recano al presepio, una volta contemplato il Bambino, si sentono invasi da un meraviglioso stupore che ammorbidisce i loro caratteri. Ritornano al loro gregge lodando Dio per tutto quello che hanno visto. Maria conserva tutte queste cose meditandole nel suo animo. E Gesù viene circonciso nell'obbedienza alla Legge. Sembrano cose tanto naturali eppure richiedono una padronanza di se stessi per accettare, con serenità, quanto alla ragione sembra strano...
Disse un giorno abba Ilarione: «Essere tristi è quasi sempre pensare a se stessi»
PROLOGO ALLA REGOLA DI SAN BENEDETTO Ascolta, o figlio, gli insegnamenti del maestro e tendi l'orecchio del tuo cuore; accogli volentieri i consigli di un padre affettuoso e mettili efficacemente in pratica, affinché, con la fatica dell'obbedienza, tu possa ritornare a Dio, dal quale ti eri allontanato per la pigrizia della disobbedienza. A te dunque si rivolge ora la mia parola, chiunque tu sia, che rinunziando alle tue proprie voglie, cingi le forti e gloriose armi dell'obbedienza, per militare sotto Cristo Signore vero re.
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