preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Si veglia questa sera per attendere l'Evento. Nel calore delle case i pensieri degli uomini assumono una direzione unica: siamo tutti in viaggio verso una grotta, sentiamo dentro di noi un annuncio misterioso. Fra le migliaia di nascite che avvengono contemporaneamente nel mondo, c'è la nascita di un bimbo chi coinvolge il mondo intero. Nasce in una grotta, ma è il Re dell'universo, nasce povero, ma è il re del cielo. La grotta che l'accoglie sembra una tomba e la sua culla è una mangiatoia, ma Egli è il Signore del mondo. Sentiamo ancora di guerre e di terrorismo, ma Egli è il Signore della pace. Lo annunciano presente nel mondo gli Angeli di Dio; annunziano la pace, cantano l'amore e la gloria del Signore. Accolgono l'invito umili pastori, loro, che sono assuefatti al belare degli agnelli, ben comprendono il vagito del Bambino: Egli si è umiliato nella carne. Siamo invitati anche noi ad entrare numerosi più che mai nelle nostre chiese, con la stessa umiltà di quei pastori. Ciò che è povero, ciò che è piccolo agli occhi della carne, diventa grande a quelli della fede. Anche noi gustiamo nel profondo la gioia di quella nascita nel tempo del Dio eterno: egli si è fatto come noi, per essere uno di noi. Vuole immergersi nella storia del mondo e di ognuno di noi. Egli viene a redimere la storia, a cancellare il peccato e ad infondere una nuova energia vitale, che ricrea l'uomo nella giustizia e nella santità. Il presepio più vero è quello che celebriamo sull'altare: quei frammenti di pane diventano il suo corpo per nutrirci del divino; quel poco vino diventa sangue di quel bimbo che vuole ancora bearci del suo amore.
Disse: "quanto più gli atleti fanno progressi, tanto più è forte l'avversario che attacca".
IN MONASTERO NESSUNO ARDISCA DIFENDERE UN ALTRO Bisogna assolutamente evitare che nel monastero un monaco ardisca difendere un altro o quasi proteggerlo per qualsiasi motivo, anche se fossero uniti da un qualche vincolo di parentela. In nessun modo i monaci osino far questo, perché ne può nascere gravissima occasione di scandalo. Chi trasgredisce questa norma, sia punito molto severamente.
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