preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
La contrapposizione nei confronti del Cristo da parte del Giudaismo ufficiale cresce man mano che il Redentore annuncia e testimonia la buona novella dell'amore. La grettezza e la miopìa spirituale sono nemici del messaggio di salvezza universale, i nemici del Signore non tollerano, in nome della legge, gli afflati di bontà e di misericordia egli sta spargendo sulla terra. Non siamo esenti da certe assurde manifestazioni di zelo neanche noi: quante volte, codice alla mano o meglio, Bibbia alla mano, leggiamo la Parola di Dio per usarla come strumento di giudizio e di condanna spietata. Gesù, a scanso di equivoci dichiara apertamente: «Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui». Gli scribi e i farisei invece non riescono e non vogliono comprendere la novità che Cristo sta annunciando. Sono preoccupati prevalentemente che la legge, come loro stessi la intèrpretano e di cui si sentono custodi esclusivi, sia osservata e si dimènticano così dello scopo ultimo che il Signore ha voluto annettere a tutta la rivelazione. Gesù nel vangelo di oggi sfida apertamente i suoi nemici: «Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano inaridita: «Alzati e mettiti nel mezzo!». È bello, consolante, che il Signore ci ponga al centro, nel mezzo: così egli dichiara il primato dell'uomo e la sua sublime dignità. Egli già sta dicendo ai suoi nemici e a tutti noi che prima della legge o il cuore stesso della legge è l'uomo con le sue miserie, le sue più urgenti necessità, la sua salvezza e la sua guarigione. Il culmine dell'insipienza è la reazione che gli scribi e i farisei hanno dopo che Gesù ha compiuto il miracolo: «Ma essi furono pieni di rabbia e discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù». Quando sgorga in noi la rabbia dinanzi alla bontà divina vuol dire che la perversione ha raggiunto gli abissi più profondi. Che Dio ci scampi e liberi da tali pensieri. Noi lodiamo Dio perché eterna è la sua misericordia!
"Un fratello chiese ad abba Matoes: 'Che devo fare? La mia lingua mi è causa di afflizione: quando giungo in mezzo agli altri non riesco a trattenerla, ma in ogni loro buona azione trovo da giudicarli e accusarli. Che devo dunque fare?' L'anziano gli rispose: 'Fuggi nella solitudine. È debolezza infatti. Chi vive con dei fratelli, non deve essere spigoloso, ma sferico, per poter rotolare verso tutti'. E disse: 'Non per virtù vivo in solitudine, ma per debolezza; sono i forti infatti che vanno in mezzo agli uomini".
CON QUALE ORDINE DEVONO DIRSI I SALMI Alle Ore diurne si inizi sempre con il versetto: «O Dio, vieni a salvarmi; Signore, vieni presto in mio aiuto» (Sal 69,2) e il Gloria; quindi l'inno di ciascuna Ora. A Prima della domenica si dicano quattro strofe del salmo 118; nelle altre Ore, cioè a Terza, Sesta e Nona, tre strofe per volta dello stesso salmo 118.
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