Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Mercoledì 21 marzo 2018

La verità che ci fa liberi.

Oggi nell'Ordine di San Benedetto si celebra la festa della sua dipartita al cielo. Ma solo tra noi, solo tra i benedettini. Pertanto abbiamo preferito lasciare il commento del giorno, alle letture proposte per oggi. Una piccola nota su San Benedetto la troverete sul nostro sito, più giù di questa pagina. Nel vangelo Gesù ci invita a metterci alla sua scuola, per essere fedeli alla sua parola, per diventare suoi discepoli, per conoscere la verità e per essere davvero liberi. È difficile comprendere che la peggiore schiavitù derivi proprio dall'ignoranza, dalla menzogna, dall'errore. Tutta la nostra storia, sin dal principio, è contrassegnata pesantemente dagli errori umani, che hanno sempre la medesima origine: il distacco da Dio, l'ésodo da un ambito di amore e di comunione con Lui, la conoscenza e poi l'esperienza del male in tutte le sue forme. Il lamento di Cristo: "la mia parola non ha peso in voi" ci risuona ancora vero ed attuale. Su quella parola di verità prevalgono le nostre parole, le nostre scelte, le nostre personali decisioni e, di conseguenza i nostri smarrimenti. I figli che reclamano la loro parte di eredità per spendere tutto dove e come vogliono, sono ancora tanti. La presunzione di poter gestire la vita a proprio gusto, in completa autonomia, è ancora all'origine del neopaganesimo. È ancora più subdola la tentazione che vorrebbe convincerci, come accadeva ai Giudei, contemporanei di Cristo, di essere depositari di verità solo per un vago senso di appartenenza e per una fede presunta, che non incide realmente sulla vita. A nulla serve essere figli di Abramo se non assimiliamo la sua fede e la traduciamo nelle opere. Quanti si ritengono cristiani e uccidono nei fatti gli ammonimenti e i precetti del Signore! La verità di Dio è luce e lampada ai nostri passi, è orientamento di vita, è docile e gioiosa conformazione e amore a Cristo, è la pienezza della libertà. Il Signore ha affidato a due libri le sue eterne verità per la salvezza dell'uomo: la scrittura sacra, la Bibbia, che pochi conoscono e comprendono, e poi ai suoi fedeli, chiamati a proclamare quelle verità con la forza irresistibile della testimonianza. Hai mai pensato che qualcuno sta leggendo la Bibbia e cercando la verità guardando la tua vita? È autentico il messaggio che stiamo inviando?


Il Transitus del santo Padre Benedetto

In alcuni monasteri benedettini, si ricorda oggi l'antica memoria liturgica della morte (transitus) di San Benedetto; la solennità di San Benedetto patrono d'Europa è fissata all'11 luglio ma nell'Ordine benedettino è comunque rimasta anche la vecchia festa. Le letture sono proprie. Nel frammento della Genesi, l'autore sacro narra il compimento della creazione e la consacrazione del settimo giorno "perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto". La scelta del testo è probabilmente dovuta alla consacrazione del tempo: per San Benedetto tutto è consacrato a Dio. Il tempo, creato da Dio, è sacro: tale è l'interpretazione biblica e monastica. Il testo del vangelo di Giovanni afferma la comunione e la comunità: "perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me". La comunità cristiana ha un ideale: riprodurre la comunione vigente tra il Padre e il Figlio, segno apologetico di credibilità. Una comunità viva ed autentica ha un unico riferimento, la vita trinitaria. Il testo alternativo di s.Matteo proclama il destino eterno di quanti hanno lasciato tutto per seguire Cristo. La qualifica monastica e cenobitica dipende dalla base critstocentrica. La stessa Regola di Benedetto vieta qualsiasi forma di proprietà individuale, a scopo disciplinare e ascetico (cap.33). Il monachesimo si differisce da una impostazione assoluta di dipendenza e di disappropriazione, per conseguire i beni celesti, ad imitazione di Cristo povero, e in spirito di solidarietà con i poveri. Pertanto l'aspetto ascetico è secondario ai valori teologici. Per questo motivo, la tradizione spirituale ha talvolta attribuito all'esistenza monastica il titolo di vita angelica.

Apoftegmi - Detti dei Padri

Un anziano disse: «Lo sforzo e la sollecitudine di non peccare hanno un solo scopo: non scacciare dalla nostra anima Dio che vi abita».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

LA SCOMUNICA PER LE COLPE

Se un fratello si mostra ribelle o disobbediente o superbo o mormoratore o contrario a qualche punto della santa Regola e alle disposizioni degli anziani, e per di più anche sprezzante, costui sia ammonito in segreto dai suoi superiori una prima e una seconda volta, secondo il comandamento di nostro Signore (cf. Mt 18,15-17). Se non si corregge, sia ripreso pubblicamente davanti a tutti. Se neppure così si sarà emendato, sia sottoposto alla pena della scomunica, se è capace di comprenderne la portata; se invece non è sensibile ad essa, sia punito con un castigo corporale.


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