Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Sabato 17 febbraio 2018

Il banchetto del peccatore.

Non si può digiunare quando lo sposo è con noi, abbiamo sentito ieri. La sua presenza, il suo intervento nella vita di Levi, un pubblicano disprezzato da tutti, ha significato la sua conversione. Il banchetto organizzato per il Signore nella sua casa è un momento di festa e di doverosa gratitudine. Gesù è intervenuto come medico a sanare una vita e s'intravede già in tutto ciò un preannuncio della Pasqua, un annuncio del suo sacrificio sulla croce e contemporaneamente la gioia della risurrezione dal peccato per un povero pubblicano. Levi è un vero risorto, perché strappato dalla schiavitù del peccato e rinato a vita nuova. Vengono così infrante le barriere che i scribi e i farisei, chiusi nel loro falso puritanismo, avevano eretto verso il mondo degli impuri e dei peccatori. Gesù invece viene a convincerci che la sua missione privilegia proprio i malati e i peccatori, tutti noi che in questo periodo di confronto e di conversione veniamo a scoprire, con più evidenza, le nostre umane debolezze, che ci abbatterebbero, se la speranza della redenzione e del perdono si spegnesse in noi. Ci convinciamo ulteriormente che, pur venendo dalla triste esperienza del peccato, stiamo per sperimentare ancora in noi i frutti della redenzione e vediamo ravvivata la fede, la certezza di una vita nuova in Cristo. Possiamo già approntare i primi preparativi per il banchetto e per le festa, ci separano solo quaranta giorni dalla Pasqua. Anche in padre misericordioso, al ritorno del figlio perduto, gli corse incontro, lo baciò e, dopo averlo rivestito degli abiti migliori, fece preparare per lui un grande banchetto.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Discrezione

«Il padre Antonio disse: "Vi sono di quelli che martoriano il corpo nell'ascesi e, mancando di discernimento, si allontanano da Dio"».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'UMILTÀ

Essi, inoltre, nelle avversità e nelle umiliazioni mettono in pratica con la pazienza l'insegnamento del Signore: percossi in una guancia porgono l'altra, a chi vuol togliere loro la tunica lasciano anche il mantello, costretti ad andare per un miglio ne percorrono due (cf. Mt 5,39-41), come l'apostolo Paolo sopportano i falsi fratelli e le persecuzioni e benedicono quelli che li maledicono.


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