Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Domenica 28 gennaio 2018

Taci!

Di nuovo, ancora il comportamento di Gesù suscita clamore ed interrogativi: Chi è costui? La sua è una parola efficace, che genera nuova vita, che comanda, una parola che non passa inoperosa: è la Parola, è il Verbo che agisce. E che dottrina sarà mai la sua? Non è certamente una dottrina umana: una serie di insegnamenti solo umani, che sono veramente importanti ma poi relativamente capaci di cambiare la vita. L'insegnamento di Gesù Cristo è allora il rendere visibile questa Parola efficace; è il risultato del parlare di Dio. Non è solo un'esortazione verbale che colpisce il nostro udito, ma è una potenza in atto, è una manifestazione di un agire portentoso. È una Parola la cui efficacia salta i limiti dello spazio e del tempo; è una Parola sempre fedele a se stessa e che perdura nei secoli. È la Parola che guarisce e che sana; la Parola, finalmente, liberatrice per una umanità altrimenti perduta e bisognosa di guarigione e di salvezza. La sua è una dottrina che rigenera ancora oggi perché è di origine divina, che ci apre ad una nuova realtà. La dottrina di Gesù Cristo si basa sul suo insegnamento e sulla sua vita. È una indicazione per la nostra vita; una strada che richiede la nostra volontà e capacità di seguirla. È una dottrina insegnata con autorità, con l'autorità che solo Gesù possiede nel suo cuore e ci vuole donare con preziosità. Rendiamo i nostri cuori, allora, pronti e disponibili per accogliere questa Parola che libera. Apriamo la nostra vita all'unica Parola che può guarirci e sanarci. È una dottrina da porre nel cuore perché la rendiamo manifesta nella nostra vita.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Chiese ad Evagrio: Che vita dobbo condurre? Rispose: Considera una giara di vino che per lungo tempo è rimasta a riposare, allo stesso posto, senza essere rimossa: che vino chiaro, decantato, profumato, essa prepara! Ma se è trasportata qua e là, prepara un vino torbido, denso, che ha il sapore della feccia. Paragona te stesso a questa giara, e fa una esperienza utile.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALI SONO GLI STRUMENTI DELLE BUONE OPERE

Non essere superbo. Non dedito al vino. Non mangione. Non dormiglione. Non pigro. Non ingiurioso. Non maldicente. Riporre in Dio la propria speranza. Quando si scorge in sé qualcosa di buono, lo si attribuisca a Dio e non a se stesso. Il male invece si sia convinti che è opera propria e lo si imputi a sé.


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