Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Venerdì 15 dicembre 2017

La sapienza è riconosciuta giusta per le sue opere.

Gesù si è presentato agli uomini del suo tempo con un messaggio nuovo, che usciva dagli schemi abituali. I semplici, i disponibili, gli amanti della verità hanno aderito a lui, hanno riconosciuto in lui il punto di arrivo di tutta la legge antica. Gli altri, e soprattutto i capi del popolo, si sono messi contro di lui. Erano gente non disponibile, avevano qualcosa da difendere, qualche privilegio da conservare; e non potendo intaccare la sua dottrina, cercavano di distruggere la sua persona. Gesù è ancora segno di contraddizione. Dove c’è ingiustizia e disordine un cristiano è in contrasto con l’ambiente. Nella prima lettura vediamo che gli uomini cadono in naufragi quando vogliono da soli costruire le basi delle più profonde aspirazioni del cuore umano. Dio e il popolo: sono i due poli complementari e opposti della storia umana. Al piano di Dio si contrappone il comportamento dell’uomo che sembra far di tutto per impedirne la riuscita. Il capitolo 48 di Isaia affronta questa tragedia, da cui appare la colpevolezza del popolo accentuata dal continuo raffronto con i benefici di Dio. Molti parlano di pace e preparano la guerra; firmano trattati e già pensano a ingannarsi; sprecano paroloni in favore degli affamati e bruciano incenso al consumismo; prédicano l’amore e non sanno pronunciare una parola di perdono. Il salmo 1 presenta il tema della felicità. Dov’è la felicità? La risposta divina è limpida e categorica: beato è l’uomo che fa il bene e il bene va fatto bene. Infatti, non di rado siamo tentati di utilizzare opere oggettivamente buone per il nostro tornaconto personalistico. Stiamo concludendo la prima parte del tempo di Avvento. Possiamo tentare un primo bilancio della nostra metanoia?


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un fratello disse al padre: "Perché non riesco essere libero nel dire al padre spirituale i miei pensieri?". Rispose a lui l'anziano: "il padre Giovanni Nano disse di sforzarsi perché di nulla il nemico gode tanto come di chi non manifesta i suoi pensieri".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'ELEZIONE DELL'ABATE

Seguendo quindi questi e altri esempi di discrezione, madre di tutte le virtù, egli regoli ogni cosa in modo che i forti desiderino fare di più e i deboli non si scoraggino E soprattutto osservi questa Regola in ogni suo punto, affinché, dopo aver bene amministrato, possa sentire dal Signore, come il buon servo che aveva distribuito il frumento ai suoi compagni a tempo opportuno: «In verità vi dico - afferma - gli affiderà l'amministrazione di tutti i suoi beni» (Mt 24,47).


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