Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Sabato 26 agosto 2017

Solidarietà e concordia.

Il vangelo odierno ci mette in guardia contro quei comportamenti dei farisei, che sono improntati ad orgoglio, vanità, superbia, presunzione. L'evangelista, stigmatizzando simili atteggiamenti, richiamava i primi cristiani ad esserne immuni. Guardando alla storia di ieri e di oggi sembra che non sia cambiato granché ed anzi il fatto stesso che l'autore del vangelo di Matteo si preoccupi di dare rilevanza a questo brano, presentando un Gesù particolarmente accalorato nel sottolineare le sue posizioni, ci dice che anche tra i primi cristiani dovevano trovare patria simili modi di apparire. Se la nostra vita fosse più semplice, improntata al rispetto e a ricercare la serenità, vissuta nella concordia e nell'amore reciproco, queste manifestazioni negative dell'animo umano non si rinvigorirebbero. Il libro di Ruth, la cui lettura è iniziata ieri e finisce oggi, ci invita, benché con toni idilliaci e quasi da favola a lieto fine, a riscoprire i valori della solidarietà, del rispetto gli uni verso gli altri, dell'amore che dovrebbe albergare all'interno di una famiglia. Noèmi e Ruth, suocera e nuora, (questo libro presenta due tipologie tra le più contrapposte e ostili) sono di diversa nazionalità, eppure il loro rapporto è improntato all'aiuto vicendevole: la nuora non abbandona la suocera e questa dà consigli, una volta arrivati nella sua patria, alla prima su come comportarsi nel paese straniero. Solidarietà e concordia sono due strade da percorrere come società, come Chiese e come singoli, perché si possa avere una convivenza priva di modalità meschine atte solo a dare importanza a magnifiche vesti, a primi posti e a salamelecchi vari.


Apoftegmi - Detti dei Padri

La preghiera

Lui «sa cosa è bene per noi e ci fa misericordia».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'UMILTÀ

Nel periodo invernale, cioè dal principio di novembre fino a Pasqua, ci si alzi, secondo una valutazione ragionevole, all'ottava ora della notte, in modo da dormire un po' più della metà della notte e levarsi a digestione compiuta. Il tempo poi che rimane dopo le Vigilie, i fratelli che hanno bisogno di imparare qualcosa del salterio o delle letture, lo dedichino a questo. Da Pasqua invece fino al principio di novembre, l'orario venga regolato in modo tale che, dopo l'Ufficio vigiliare, lasciato un brevissimo intervallo in cui i fratelli possano uscire per le necessità naturali, seguano subito le Lodi mattutine che devono celebrarsi alle prime luci dell'alba.


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