Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Domenica 04 giugno 2017

Irrorati dallo Spirito.

Nelle nostre lezioni di catechesi siamo soliti elencare sette doni dello Spirito Santo e abbiamo imparato anche a nominarli: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio. Sappiamo che sono molto di più perché il dono dello Spirito sgorga dall'essenza stessa di Dio, che è Amore. È più facile scrutarne gli effetti salutari che produce in noi. È più facile leggere la storia della Chiesa e costatare come sin dal principio, lo Spirito promesso e donato da Gesù, è il motore potente che ha spinto la Chiesa, pur tra mille difficoltà e dure persecuzioni, ad espandersi ovunque nel mondo, ad essere sacramento di salvezza, luce per tutti gli uomini, forza dei martiri e fermento di santità. Ci stupisce e ci affàscina quello Spirito Santo per le prodigiose trasformazioni che ha operato ed opera ancora nel cuore degli uomini. Ci innamora la santità eroica di tanti e tante che per quello stesso Spirito ora noi ammiriamo come nostri modelli e veneriamo come nostri intercessori. Non cessa di abbagliare il mondo la santità, la saggezza, la sapienza del santo Papa Giovanni Paolo II o di tanti santi del nostro tempo. Nella nostra stessa vita quotidiana dal giorno del nostro battesimo, quante volte abbiamo goduto di quella energia santa, di quelle interiori illuminazioni che hanno dato senso e vigore a tutta la nostra vita e ci hanno reso autori di bene per noi e per gli altri. Non abbiamo anche noi goduto tante volte di quel filtro purissimo che ci unisce a Dio e ci fa scoprire e vivere la vera fraternità? Dovremmo, così edotti dalla storia, come persone e come Chiesa, rifugiarci spesso con la Madre celeste nel Cenacolo e metterci in attesa di una rinnovata Pentecoste. Invochiamolo lo Spirito Santo perché venga su di noi e ci irrori con i suoi tanti doni.


Dal trattato «Contro le eresie» di sant'Ireneo, vescovo.
La missione dello Spirito Santo
Il Signore concedendo ai discepoli il potere di far nascere gli uomini in Dio, diceva loro: «Andate, ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28, 19).
E' questo lo Spirito che, per mezzo dei profeti, il Signore promise di effondere negli ultimi tempi sui suoi servi e sulle sue serve, perché ricevessero il dono della profezia. Perciò esso dicesse anche sul Figlio di Dio, divenuto figlio dell'uomo, abituandosi con lui a dimorare nel genere umano, a riposare tra gli uomini e ad abitare nelle creature di Dio, operando in essi la volontà del Padre e rinnovandoli dall'uomo vecchio alla novità di Cristo.
Luca narra che questo Spirito, dopo l'ascensione del Signore, venne sui discepoli nella Pentecoste con la volontà e il potere di introdurre tutte le nazioni alla vita e alla rivelazione del Nuovo Testamento. Sarebbero così diventate un mirabile coro per intonare l'inno di lode a Dio in perfetto accorto, perché lo Spirito Santo avrebbe annullato le distanze, eliminato le stonature e trasformano il consesso dei popoli in una primizia da offrire a Dio.
Perciò il Signore promise di mandare lui stesso il Paraclito per renderci graditi a Dio. Infatti come la farina non si amalgama in un'unica massa pastosa, né diventa un unico pane senza l'acqua, così neppure noi, moltitudine disunita, potevamo diventare un'unica Chiesa in Cristo Gesù senza l'«Acqua» che scende dal cielo. E come la terra arida se non riceve l'acqua non può dare frutti, così anche noi, semplice e nudo legno secco, non avremmo mai portato frutto di vita senza la «Pioggia» mandata liberamente dall'alto.
Il lavacro battesimale con l'azione dello Spirito Santo ci ha unificati tutti nell'anima e nel corpo in quell'unità che preserva dalla morte.
Lo Spirito di Dio discese sopra il Signore come Spirito di sapienza e di intelligenza, Spirito di consiglio e di fortezza, Spirito di scienza e di pietà, Spirito del timore di Dio (cfr. Is 11, 2).
Il Signore poi a sua volta diede questo Spirito alla Chiesa, mandando dal cielo il Paraclito su tutta la terra, da dove, come disse egli stesso, il diavolo fu cacciato come folgore cadente (cfr. Lc 10, 18). Perciò è necessaria a noi la rugiada di Dio, perché non abbiamo a bruciare e a diventare infruttuosi e, là dove troviamo l'accusatore, possiamo avere anche l'avvocato.
Il Signore affida allo Spirito santo quell'uomo incappato nei ladri, cioè noi. Sente pietà di noi e ci fascia le ferite, e dà i due denari con l'immagine del re. Così imprimendo nel nostro spirito, per opera dello Spirito Santo, l'immagine e l'iscrizione del Padre e del Figlio, fa fruttificare in noi i talenti affidatici perché li restituiamo poi moltiplicati al Signore. (Lib. 3, 17, 1-3; SC 34, 302-306)


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Il periodo di cinquanta giorni del tempo pasquale si conclude con la domenica di Pentecoste, nella quale si commemora il dono dello Spirito Santo agli Apostoli, i primordi della Chiesa e l'inizio della sua missione a tutti i popoli, le lingue e le nazioni.

Da domani riprende il Tempo Ordinario
IX settimana del Tempo Ordinario
(festivo: A, feriale: I).

Apoftegmi - Detti dei Padri

Raccontavano che il padre Eladio solleva mangiare pane e sale. Quando giunse la Pasqua, si disse: "I fratelli mangiano pane e sale, io dovrei fare un piccolo sforzo a motivo della Pasqua: dato che gli altri giorni mangio seduto ora che è Pasqua, farò lo sforzo di mangiare in piedi".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I SACERDOTI DEL MONASTERO

Se un abate si propone di ordinare presbitero o diacono un suo monaco, scelga tra i suoi chi sia degno di esercitare l'ufficio sacerdotale. L'ordinato però si guardi dallo spirito di vanagloria o di superbia e non ardisca fare se non ciò che gli viene ordinato dall'abate, sapendo di dover essere sottomesso ancora di più alla disciplina regolare. Né col pretesto del sacerdozio trascuri l'obbedienza alla Regola e la disciplina, ma anzi progredisca sempre di più nel cammino verso Dio. Mantenga sempre il posto che gli spetta secondo l'ingresso in monastero, eccetto per l'ufficio dell'altare e nel caso il voto della comunità e la decisione dell'abate lo abbiano promosso per i meriti della sua vita. Ma anche allora sappia che deve osservare le norme stabilite per i decani e i priori.


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