preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Assistiamo e partecipiamo oggi ad un colloquio notturno. Ci interessano i due interlocutori Gesù e Nicodemo. Questi porta con sé una sincera ammirazione per Gesù che certamente condividiamo: «Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui». Forse dobbiamo condividere anche i limiti della sua fede e il bisogno di una ulteriore illuminazione. Egli si reca di notte dal Signore e ciò per timore dei giudei: la notte non solo la mancanza della luce del sole, ma anche il buio della mente e del cuore. La paura poi denota una ulteriore debolezza, l'incapacità di essere testimone, anche e soprattutto quando si è circondati da persone che non la pensano come noi. È il rispetto umano che talvolta frena la libera professione della nostra fede. È per questo che Gesù ci ripete: «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio». Bisogna quindi rinascere per vedere. Bisogna far morire in noi l'uomo vecchio, annebbiato dal peccato, per essere creatura nuova in Cristo. Già nel battesimo abbiamo avuto potenzialmente la nostra rinascita come figli di Dio, ma poi con la libera adesione e con le nostre opere, dobbiamo confermare la novità che ci è stata data in dono. Infatti Gesù conferma il suo pensiero dicendoci ancora: «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio». E aggiunge: «Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito». Lo Spirito che ci fa rinascere sarà il dono di Cristo ai suoi Apostoli e li trasformerà da pàvidi in intrèpidi araldi del suo Vangelo. Lo stesso Spirito sarà la forza vincente della Chiesa di Cristo e di ogni suo seguace. Il vero rinnovamento, la vera rinascita, la vita nuova la possiamo attingere solo da quella arcana forza divina, che riversata nei nostri cuori, ci rende capaci di uscire dalla notte, di rinascere come creature nuove e di essere infine testimoni autentici e credibili della risurrezione di Cristo.
Un guerriero dal passato piuttosto torbido chiese ad un anacoreta se pensava che Dio avrebbe mai potuto accogliere il suo pentimento. E l'eremita, esortato che l'ebbe con molti discorsi, gli domandò: «Dimmi, ti prego, se la tua camicia è lacerata, la butti via?...» «No», rispose l'altro: «la ricucio e torno ad indossarla.» «Dunque», soggiunge il monaco, «se tu hai riguardo al tuo vestito di panno, vuoi che Dio non abbia misericordia per la sua immagine?»
QUELLI CHE GIUNGONO TARDI ALL'UFFICIO DIVINO O ALLA MENSA E nessuno ardisca prendere alcunché di cibo o di bevanda prima o dopo l'ora stabilita. Se però il superiore offre qualcosa a un fratello e questi la rifiuta, quando poi desidera ciò che prima ha rifiutato o altro, non riceva assolutamente nulla, finché non si sia sufficientemente emendato.
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