Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Mercoledì 12 aprile 2017

Sono forse io, Signore?

Siamo nel cuore della settimana santa e Giuda già mercanteggia il prezzo dell’Agnello di Dio, che toglierà i peccati del mondo: “Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?”. Gesù diede il grande annunzio, dicendo che il Padre Lo glorificherà subito! E si trattava di una glorificazione particolare. Con la corona speciale, quella delle spine, con lo scettro speciale, quello di una canna, con il trono speciale che è sia il patibolo, sia l'altare, sia trono. Ma la glorificazione di Cristo è la liberazione dell’umanità intera dalla schiavitù del peccato e dal satana. Pietro dichiara: “Signore, darò la mia vita per te!. E Gesù: “Darai la tua vita per Me... non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte! Come infatti avvenne.
Intanto Giuda andò dai capi dei sacerdoti e disse: “Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?”. E pattuirono per trenta monete d’argento. Non potete servire due padroni: o adoreremo Dio, o il denaro! Giuda ha scelto il denaro. E Gesù tuona, addoloratissimo: “Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di Lui, ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo e se non fosse mai nato!”. Giuda chiaramente è il traditore della persona di Cristo! E' significativo il dialogo: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose Gesù: «Tu l'hai detto». Perché il dialogo si ripete ogni volta tradiamo il Cristo con il peccato. "io non vi condanno, sono i vostri peccati che già vi condannano". La nostra forza è però in quel Legno, trono e altare, e ponte che lega la terra con il cielo, il Legno che ci dà la salvezza.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un anziano ha detto: «Bisogna fuggire tutti gli artefici d'iniquità senza eccezione, siano amici o parenti, posseggano dignità di sacerdoti o di principi; perché evitare la loro compagnia ci procurerà l'intimità e l'amicizia di Dio».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

IL LETTORE DI SETTIMANA

Si osservi a tavola un perfetto silenzio, in modo che non si oda alcun bisbiglio o altra voce all'infuori di quella del lettore. Quanto occorre per mangiare e bere, i fratelli se lo porgano a vicenda, senza che alcuno abbia bisogno di chiedere alcunché. Tuttavia, se proprio occorre qualcosa, lo si chieda col suono di un oggetto qualunque piuttosto che con la voce. E non ardisca nessuno chiedere spiegazioni su quanto si legge o su altro argomento, per non dare occasione di parlare; a meno che il superiore non voglia dire lui due parole di edificazione. Il fratello lettore di settimana, prima di incominciare a leggere, prenda un po' di vino e per rispetto alla santa comunione e perché non gli riesca troppo gravoso mantenere il digiuno; 11dopo, mangi con i settimanari di cucina e i servitori. I fratelli poi non devono leggere tutti per ordine di anzianità, ma soltanto quelli che possono farlo in modo da edificare chi ascolta.


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