Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Giovedì 30 marzo 2017

C'è un altro che d testimonianza di me. Il Santo di Dio.

“Vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza!”. Con questa risposta di fuoco Gesù azzittisce i giudei che Lo vogliono morto, dato che Egli si è proclamato Figlio di Dio in persona. Ed Egli continua dicendo: “Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a Me, perché egli ha scritto di Me!”. Sì, Mosè, Isaia, Geremia, tutti i Profeti, e per ultimo San Giovanni Battista hanno annunciato, con parole sante ed ispirate, la venuta del Messia, del Figlio di Dio sulla terra. Ma la testimonianza più forte sono proprio le opere che Gesù compie: i ciechi vedono, i sordi odono, i lebbrosi sono guariti, i morti risùscitano al passaggio di Gesù, e ai poveri viene annunciato il Regno di Dio. Ed è proprio vero che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire! “Voi scrutate le Scritture, ma sono proprio esse che danno testimonianza di Me. Ma voi non volete venire a Me per avere vita. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio!”. Infatti per amare Dio è necessario avere fede in Lui, ma per avere fede in Lui è necessaria l’umiltà, che oggi è una virtù rara. Chiediamo alla Madonna la grazia dell’umiltà, a Lei che è l’umile Serva del Signore. Dio ha potuto fare grandi cose in Lei, e grandi cose farà il Padre oggi in ognuno di noi.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Fu domandato a un anziano: «Come avviene che io mi scoraggi senza tregua?». «Perché non hai ancora visto la meta», rispose.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALE DEVE ESSERE IL CELLERARIO DEL MONASTERO

Come cellerario del monastero sia scelto uno dei membri della comunità che sia saggio, maturo, sobrio, non mangione, non superbo, non turbolento, non insolente, non gretto, non prodigo, ma pieno di timor di Dio e che sia come un padre per tutta la comunità. Abbia cura di tutti; non faccia nulla senza il consenso dell'abate; si attenga agli ordini ricevuti. Non contristi i fratelli; se per caso uno di loro gli chiede qualcosa fuori posto, non lo rattristi respingendolo con disprezzo, ma con buone ragioni e con umiltà dica di no alla sua richiesta inopportuna. Abbia cura della propria anima, memore sempre di quel detto dell'apostolo che chi avrà ben servito si acquisterà un grado onorifico (1 Tm 3,13). Riservi ogni premura con la massima sollecitudine specialmente agli infermi, ai fanciulli, agli ospiti e ai poveri, ben sapendo che di tutti questi dovrà rendere conto nel giorno del giudizio.


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