preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
È interessante leggere in questi giorni, con la dovuta attenzione, il libro sapienziale del Siracide. È un vero galateo del credente e conserva una sorprendente attualità. Oggi ci istruisce sul valore e sui rischi della vera amicizia. Valori che sono intimamente legati alla fedeltà al Signore, alla sincerità e al grado di fraternità che abbiamo annesso alla nostra religiosità. Sicuramente ora fa parte del comandamento nuovo che Gesù ci ha donato. È sulla stessa scia quanto proclama il vangelo di oggi. Anche la fedeltà coniugale è possibile soltanto quando è sorretta da una viva fede nel Sacramento e da una piena adesione a Cristo, che è il vero garante dell'indissolubilità del matrimonio. Quando mancano questi due elementi qualificanti il matrimonio cessa di essere sacramento e si riduce ad un patto umano con tutte le fragilità e le debolezze che sempre, più o meno, accompagnano le nostre decisioni. C'è una evidente e significativa proporzione: più è basso il livello e la pratica della religiosità più sono frequenti le separazioni, gli allontanamenti, i divorzi e le unioni di fatto. La statistiche ci dicono che in questi ultimi tempi stiamo assistendo ad un crescendo disfacimento della famiglia: ne soffre la Chiesa in prima linea, ma ne soffrono anche le istituzioni civili. Quando la famiglia non è più unita una serie ininterrotta di valori vengono a mancare. Ne sono coinvolti intere generazioni. È urgente pregare per la santità delle famiglie cristiane. Raccomandiamo al Signore anche quelle coppie che con dolore, hanno visto fallire le loro promesse di amore e per i loro figli che ne soffrono le conseguenze.
Dio ascolta realmente la nostra povera voce, le nostre fragili parole.
L'UMILTÀ Ecco, quando il monaco avrà asceso tutti questi gradini dell'umiltà, allora giungerà a quell'amore che, essendo perfetto, scaccia via il timore (1 Gv 4,18); e per mezzo di esso tutto ciò che prima osservava non senza una certa paura, comincerà ora a compierlo senza alcuna fatica ma quasi naturalmente, come per abitudine, non già per timore dell'inferno, ma per amore di Cristo, per la stessa buona abitudine e per il gusto della virtù. Tutto questo il Signore si degnerà di mostrare, per mezzo dello Spirito Santo, nel suo operaio ormai purificato dai vizi e dai peccati!
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