Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Sabato 31 dicembre 2016

I nemici del vangelo.

Ascoltiamo rammarico di Giovanni per la presenza nella Chiesa di persone ostili alla fede. Sarebbe logico aspettarsi una vita tranquilla una volta che abbiamo scelto di seguire Cristo, anche se egli ci annunzia violenza e persecuzioni. Semmai, ce le aspetteremmo dal di fuori, dai non credenti... Invece San Giovanni lamenta fortemente che anche ai tempi apostolici vi sono dei falsi cristiani, dei falsi annunciatori del vangelo, degli anticristi che fanno soffrire fortemente i veri discepoli del Signore. Certamente non c'è da meravigliarsi di tanta cecità, conoscendo la volubilità dell'uomo... - addolorarsi, sì. L'apostolo si rivolge ai fedeli che hanno avuto l'unzione dello Spirito perché capiscano dove si trovi la verità e non si lascino incantare da seminatori di zizzania. Del resto il nostro Salvatore ci ha donato una guida sicura di verità nella persona di Pietro e dei papi, suoi successori. Chi segue il papa e si attiene ai suoi insegnamenti è sicuro di camminare nella verità. La riflessione sul prologo del vangelo di Giovanni ci spinge a tuffarci nell'eternità, dove il tempo si ferma. Da essa esce il Verbo che prende dimora tra la sua gente. Ma i suoi non l'accettano. Sembrerebbe impossibile che dopo secoli di attesa, quando giunge il salvatore, venga respinto, rifiutato. Potremmo però chiederci: E noi del XXI secolo sappiamo accogliere il messaggio di salvezza che viene dal Verbo di Dio? Coloro che fanno propaganda di ateismo, che combattono la Chiesa, che vomitano calunnie e inventano favole per denigrare il sacro non sono stati, almeno la maggior parte, battezzati? Ecco gli anticristi del nostro mondo occidentale. Anche di loro si potrebbe dire con Giovanni: sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri! Dio abbia pietà di loro! Noi però vogliamo lodare e ringraziare il nostro Salvatore perché abbiamo la gioia di accoglierlo come nostro redentore perché "da Dio siamo stati generati!" La convinzione di appartenere al Signore ci aiuti e ci spinga a ringraziarlo, alla fine dell'anno, per il dono della fede, per la perseveranza in essa, per tutte le grazie con cui ha protetto e guidato la nostra vita: "Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore. O eterno Padre, tutta la terra ti adora".


In tutte le chiese o comunità si può celebrare, con rito solenne, il ringraziamento a Dio, per i benefici ricevuti nel corso dell'anno, con il canto del Te Deum laudamus.

Nella nostra chiesa monastica, l'inizio: ore 16.30.

Apoftegmi - Detti dei Padri

Abba Giovanni il Nano disse: "Chi è più forte del leone" Eppure, spinto dal ventre cade in trappola e tutta la sua forza viene umiliata".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

NON TUTTE LE NORME PER LA PERFEZIONE SONO CONTENUTE IN QUESTA REGOLA

Tu dunque, chiunque tu sia, che ti affretti verso la patria celeste, metti in pratica, con l'aiuto di Cristo, questa minima Regola quale semplice inizio di vita monastica; e allora, con la protezione di Dio, giungerai a quelle cose più alte che abbiamo sopra ricordato: le vette della dottrina e della virtù. A CHI ATTUA QUESTO, SI APRIRÀ IL REGNO DEI CIELI. AMEN.


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