preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Il servizio del Signore esige prontezza e coerenza. Nel brano evangelico ci viene presentato il caso di due figli di cui il primo aderisce subito alle richieste del padre per rinnegarle un momento dopo. L'altro invece, dopo un moto di protesta all'ordine ricevuto, esegue la volontà del padre. Alla domanda chi avesse eseguito la volontà del padre, i suoi interlocutori sono costretti dire: "L'ultimo", quello cioè che in primo momento si era rifiutato. Gesù fa subito la applicazione: "Alla voce di Giovanni voi non avete creduto, mentre i pubblicati e le prostitute hanno accolto la sua voce". Non è difficile trovarvi un'allusione ai futuri eventi della Chiesa. Il popolo ebreo rinnega Cristo al quale prestano fede i popoli pagani. Si verifica così il "guai" di Sofonìa della prima lettura, i guai contro le città ribelli. Non si tratta tanto di mura quanto di abitanti che non ascoltano la voce del Signore né accettano la correzione. Ma Dio è padrone e creatore dell'uomo. Egli sceglie chi vuole perché il suo nome sia glorificato. Volge però in modo particolare il suo sguardo al povero e all'umile che ricolmerà di ogni bene, anche in premio della sua fedeltà all'alleanza. Non sarebbe fuori posto una riflessione anche più personale. Noi, cristiani, siamo i chiamati a proclamare con la nostra fedeltà il nome del Signore. Quante volte però il nostro comportamento non s'addice alla nostra dignità di Figli di Dio. La nostra fede è frenata all'indifferenza e quindi vengono a mancare i frutti. Non sarà mai che popoli nuovi, pieni di fervore, magari dalla Cina, entrino nel regno di Dio e noi ne siamo cacciati a causa della nostra incoerenza e superficialità?
L'abba disse che lui cominciava ogni giorno.
L'ELEZIONE DELL'ABATE Detesti i vizi, ami i fratelli. Anche quando deve correggere, agisca con prudenza e sia attento a non eccedere, perché non accada che a voler troppo raschiare la ruggine si rompa il vaso; abbia sempre presente la sua fragilità e ricordi che non si deve spezzare una canna incrinata (cf. Is 42,3; Mt 12,20). Con questo non vogliamo dire che debba permettere l'alimentarsi dei vizi, ma che usi prudenza e carità nello stroncarli, scegliendo il modo più adatto per ciascuno, come abbiamo già detto. E miri ad essere amato piuttosto che temuto.
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