preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
E' stato scritto che il profeta Isaia è il più grande poeta che noi conosciamo. Peccato che i suoi canti sono completamente ignorati dai nostri insegnanti di lettere e quindi dal grande pubblico degli studenti. Eppure le immagini hanno una immediatezza così vivida che sembra di toccarle con mano, viverle in prima persona. Nel brano odierno ci viene descritta una "via santa" che solo i puri e i saggi, i redenti, potranno percorrere. "Si rallegri il deserto e la terra arida; esulti e fiorisca la steppa". La natura si veste di festa, gli animali pèrdono la loro ferocia, gli uomini si sentono pieni di energia correndo verso la libertà. E' chiara l'allusione alla liberazione dalla schiavitù babilonese, considerata come un secondo Esodo. Eppure tutto questo vuol essere solo una figura. Si pensi che cosa sarà quando verrà la realtà: Essa non si farà attendere. Già il ritornello del salmo responsoriale ci fa ripetere: Ecco, il nostro Dio viene a salvarci". La seconda lettura, invece, il brano del vangelo di Luca ci presenta Gesù in azione: egli illumina con la sua predicazione suscitando simpatia e ammirazione tanto che la gente fa ressa per ascoltare il suo insegnamento. Annunzia la remissione dei peccati, offrendo come garanzia la guarigione immediata del paralitico calato davanti a Lui dal tetto. Lo stupore della gente per la guarigione del paralitico è grande, ma più meraviglia dovremmo avere per il potere che Gesù, come vero figlio di Dio, possiede, quello di perdonare i peccati. La malattia fisica ha il suo peso senza dubbio nella vita dell'uomo, ma quella spirituale che separa da Dio e rende degni di dannazione eterna, ha una valenza con conseguenze eterne. Questo potere Gesù lo lascia agli uomini perché nel suo nome siano rimessi i peccati. Una confessione fatta con sincerità e nel vivo desiderio di distruggere una vita di peccato ha più valore che far camminare un paralitico. Il cambiamento radicale del cuore ha effetti più strepitosi di quello di acquistare l'agilità delle gambe. Chi potrà mai dire quanti cambiamenti di vita, di condotta avvengono nel confessionale? Quando Charles Chautard, un futuro trapista, giovane incredulo e vagabondo nel mondo, si presentò al monaco per discutere su problemi della fede, questi gli disse: Inginòcchiati e fa' la tua confessione. Dopo non ci fu bisogno di discutere. Prese la via del deserto... Oggi vediamo cose prodigiose...
Abba Evagrio disse: "È grande cosa pregare senza distrarsi, più grande ancora salmodiare senza distrarsi".
I SACERDOTI DEL MONASTERO Se avesse la presunzione di comportarsi diversamente, venga ritenuto non sacerdote ma ribelle; e se, ripreso più volte, non si sarà corretto, si faccia intervenire come testimone anche il vescovo. Se poi neppure così si emenderà e anzi le sue colpe si faranno sempre più manifeste, sia cacciato dal monastero; solo nel caso però che sia tanto ostinato da rifiutare di sottomettersi e di obbedire alla Regola.
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