Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Sabato 03 dicembre 2016

I benefici di Dio verso il suo popolo.

Il brano che oggi viene proposto alla nostra considerazione, è generosa offerta di perdono da parte di Dio. Sentiremo allora parole confortevoli. Popolo di Sìon che abiti in Gerusalemme, "tu non dovrai più piangere". Insieme a tanti beni della terra, ti sarà dato il pane dell'afflizione e l'acqua della tribolazione, è vero, ma anche la gioia di conoscere il tuo maestro che ti indicherà la strada per la quale devi camminare. Chi è questo maestro che ci indica la via gradita a Dio? La risposta possiamo trovarla nel brano del vangelo di Matteo. Nell'Antico Testamento Dio istruiva il popolo mediante i profeti, nella nuova alleanza sarà lo stesso Figlio di Dio fatto uomo, Gesù nostro Salvatore, che si metterà in cammino "per città e villaggi, per insegnare nelle sinagoghe, predicando il vangelo del Regno e curando ogni malattia". La sua compassione si manifesta verso le folle stanche e sfinite. Invia allora i suoi discepoli a "predicare che il regno dei cieli è vicino, a guarire gli infermi, a risuscitare i morti, sanare i lebbrosi e scacciare i demòni". Folle stanche e sfinite le avremo fino alla fine del mondo. Oggi maggiormente stanche perché, nonostante il benessere, almeno nel nostro mondo occidentale, il nostro popolo ha smarrito i valori spirituali e a volte anche quelli umani. Incontriamo così sulla nostra strada giovani tristi, indecisi, immaturi, eterni bambini, cresciuti nel benessere, ma non preparati alla vita. Hanno bisogno di riempire il vuoto dell'animo con il chiasso della discoteca, con le stranezze della moda, con le stravaganze delle scelte... per magari togliersi semplicemente di dosso la noia del "tutto e subito". Sono certo che il Signore Gesù ha tanta compassione di noi, della nostra gente. Allora mandò i discepoli a portare conforto. Oggi il Papa, i vescovi, i sacerdoti e laici impegnati, sono alla ricerca di poter entrare nell'animo di ogni uomo smarrito per portare la speranza che trae il suo inizio proprio dalla culla di Betlemme. Voglia il cielo che tutti i nostri fratelli, tormentati dalla sofferenza e dallo sconforto, ritrovino la speranza nella Parola per eccellenza, fatta carne, che è Cristo Gesù.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un fratello domando all'anziano: "Come entra nell'anima il timore di Dio?". Disse l'anziano: "se l'uomo è umile, povero, e se non giudica gli altri, il timore di Dio entra in lui".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I MONACI PELLEGRINI

Inoltre se l'abate lo giudica degno, potrà assegnargli un posto più elevato. E questo non valga solo per un monaco, ma anche per uno che provenga dai sopraddetti gradi dei sacerdoti e dei chierici: cioè, se l'abate vede che la loro condotta lo merita, potrà elevarli a un posto superiore a quello dovuto per l'ingresso in monastero. L'abate però si guardi bene dall'ammettere nella propria comunità un monaco di altro monastero conosciuto, senza il consenso o le lettere commendatizie del suo abate, perché sta scritto: «Non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te» (cf. Tb 4,16; Mt 7,12).


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