Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Sabato 01 ottobre 2016

Rallegratevi che i vostri nomi sono scritti nei cieli...

L'odierna lettura è connessa al ritorno dei settantadue discepoli inviati da Gesù in missione come i suoi battistrada. La partenza fu sotto il segno della croce, in povertà e umiltà, come agnelli in mezzo ai lupi. Il ritorno è sotto il segno della vittoria, del trionfo sul male: l'agnello sgozzato è il Pastore grande della vita. Questo ritorno dei Settantadue è figura del rientro di ogni missione, alla fine dei tempi: “quando tutto gli sarà sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti”. Il frutto immediato di questa missione terrena è di essere ora strettamente uniti alla stessa missione del Figlio, inviato dal Padre. Il frutto, completo, maturo, ossia la partecipazione all'esultanza del Figlio, sarà l'ingresso nella stessa vita trinitaria, concesso ad ogni degno operaio del Regno alla fine dei tempi. Nell'attuale cammino della vita, Gesù non vieta di gioire per l'affermazione del Regno - la caduta di satana - ma rivela ai discepoli una gioia più profonda, che è la sua stessa esultanza. “I vostri nomi sono scritti nei cieli”. Questo è il vero motivo di gioia. E' l'elenco di quelli che fanno parte della sua famiglia. “Non sono più stranieri né ospiti, ma concittadini dei santi e familiari di Dio”. Sono i nomi di coloro che sono inviati nel suo nome a compiere una missione. Gesù dice ora ai discepoli: “gioite”, perché sono già inscritti nel seno del Padre. Fine ultimo della missione è renderci somiglianti al Figlio, ciascuno secondo la propria chiamata.


Mese di Ottobre: Mese del Santo Rosario e delle Missioni

Apoftegmi - Detti dei Padri

Un anacoreta divenne vescovo. Pio e pacifico, non correggeva nessuno, sopportando con pazienza le colpe e i peccati di ciascuno. Ora, il suo economo non amministrava correttamente gli affari della Chiesa e alcuni vennero a dire al vescovo: «Perché non rimproveri questo economo così negligente?». Il vescovo differì il rimprovero. L'indomani gli accusatori dell'economo ritornarono dal vescovo, irritati contro di lui. Il vescovo, avvertito, si nascose in qualche parte e arrivando non lo trovarono. Lo cercarono a lungo, lo scoprirono alla fine e gli dissero: «Perché ti sei nascosto?». Egli rispose: «Perché ciò che sono riuscito ad ottenere in sessanta anni, a forza di pregare Dio, voi volete rubarmelo in due giorni».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALE DEVE ESSERE IL CELLERARIO DEL MONASTERO

Se la comunità è numerosa gli si diano degli aiutanti, in modo che coadiuvato da loro possa adempiere l'ufficio assegnatogli senza perdere la pace dell'anima. Le cose da darsi e quelle da richiedersi si diano e si richiedano nelle ore stabilite, affinché nessuno si turbi o si rattristi nella casa di Dio.


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