preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Nel nostro mondo, particolarmente nella nostra epoca, il parlare, il comunicare in genere, sta assumendo una importanza sempre maggiore. Chi ha a disposizione i moderni mezzi di comunicazione di massa gode di grande prestigio ed autorità. Gesù ci dimostra invece che l'autorità della parola sgorga da fattori ben diversi. Egli innanzitutto si propone come modello di vita, quanto egli proclama - lo vive e lo testimonia: «imparate da me». Egli è il primo testimone del suo vangelo. Dichiara di essere venuto non per fare la propria volontà ma quella del Padre che lo ha inviato. L'autorità del Cristo si manifesta ancora nell'efficacia della sua preghiera: Egli compie segni e prodigi che dovrebbero indurre a conversione. Egli ancora ha pieno potere sulle forze del male che insidiano la vita degli uomini. Scaccia con autorità i demòni dagli ossessi. Rifiuta la loro testimonianza anche quando lo riconoscono figlio di Dio. Non può essere il Menzognero, sin dal princìpio, a proclamare la verità sul Cristo. Dobbiamo concludere che la nostra autorità di credenti la possiamo e dobbiamo esprimere innanzitutto con la verità e coerenza della vita. Dobbiamo per questo sorbire ogni giorno la Verità rivelata affinché sia luce e lampada ai nostri passi. Gesù ci ammonisce: «risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli». San Benedetto identifica tutto questo con lo zelo buono che debbono avere i suoi monaci: è la forza dell'esempio che diventa, nel vivere insieme, espressione di fraternità e aiuto reciproco nell'assidua ricerca di Dio. Dove regna questa carità e questo tipo di zelo non si avverte più il "peso" dell'autorità perché facilmente si raggiunge una perfetta unità d'intenti. Questo vale per la vita monastica ma vale anche per la vita famigliare. Perché "dov'è carità e amore lì c'è Dio".
Forse, anche le distrazioni, hanno un funzione: quella di renderci più umili e consapevoli che ogni nostra preghiera è una preghiera povera e una preghiera di poveri. Ma Dio ci ascolta sempre.
COME CELEBRARE LE VIGILIE NOTTURNE NELLE DOMENICHE Di domenica ci si alzi un po' prima per le Vigilie. E a queste Vigilie domenicali si osservi il seguente ordine: cantati cioè, come stabilito sopra, sei salmi e il versetto, mentre tutti siedono con ordine, ciascuno al suo posto, sugli scanni, si leggano dal codice quattro letture con i loro responsori, come sopra abbiamo detto; solo al quarto responsorio il cantore aggiunga il Gloria, intonato il quale tutti subito si alzino in piedi con riverenza.
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