Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Mercoledì 08 giugno 2016

Il compimento della legge.

"Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento". San Paolo in una delle sue lettere aggiunge: "compimento della legge è l'amore". Poi, per farci meglio comprendere come sia avvenuto il compimento lo stesso apostolo afferma: "la legge dello Spirito, che dá vita in Cristo Gesù, ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte. Infatti ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e in vista del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne, perché la giustizia della legge si adempisse in noi, che non camminiamo secondo la carne ma secondo lo Spirito". È evidente l'alternativa: o camminare secondo la carne o lasciarsi guidare dallo Spirito. È la via nuova tracciata da Cristo, che incarnandosi in Maria per opera dello Spirito Santo, ha assunto ed elevato la nostra natura umana, imprimendo in essa il sigillo della divinità. La legge calata nella carnalità dell'uomo era solo causa di peccato e ne definiva l'entità. Ora santificati in Cristo, irrorati dallo Spirito, siamo capaci di comprendere la legge non più come capestro che schiavizza, ma come luce e lampada ai nostri passi. Solo nell'Amore siamo capaci di convincerci che quanto il buon Dio ci comanda è la cosa migliore che si possa pensare per noi. Ecco perché Gesù, pur rinnovando la legge, facendola diventare il comandamento nuovo, asserisce: "In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto". Egli stesso, nella sua persona, nella sua missione, nella sua morte e risurrezione, sarà il compimento della legge. Lo dichiarerà esplicitamente dall'alto della croce, prime di esalare l'ultimo respiro: "Tutto è compiuto". In quel "compiuto" Egli ha poi inserito tutti noi, la sua Chiesa, sparsa nel mondo, dandoci il mandato di amare Dio con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra mente e con tutte le nostre forze e il nostro prossimo come noi stessi. Così la legge, che all'inizio era solo causa di morte spirituale, non viene abolita, ma completata nell'amore a Dio e al prossimo e diventa così strumento di santificazione e via di salvezza.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Il padre Poemen disse a chi voleva vivere santamente: "Non misurare te stesso, aderisci piuttosto a chi sa vivere bene".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'ORDINE DELLA COMUNITÀ

I più giovani pertanto rispettino i più anziani; gli anziani amino i più giovani. Nello stesso modo di chiamarsi nessuno si permetta di rivolgersi all'altro col semplice nome, ma i più anziani chiamino i più giovani con l'appellativo di «fratelli» e i più giovani chiamino gli anziani «nonni», che significa «reverendo padre». L'abate poi, giacché sappiamo per fede che tiene le veci di Cristo, sia chiamato «signore» e «abate», non per sua pretesa ma per onore e amore di Cristo. Ma egli rifletta sulla sua dignità e si dimostri degno di tale onore.


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