Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Lunedì 21 marzo 2016

L'amore e il calcolo.

Viviamo i giorni che precedono immediatamente la Passione del Signore. Il vangelo di Giovanni ci fa vivere con Cristo momenti di intimità e di tenerezza; sembra che Gesù voglia offrirci, a mo' di testamento, ulteriori e più intense testimonianze di amore, di amicizia, di calda accoglienza. La risposta al suo amore, per sé e per tutti noi, la porge Maria, la sorella di Lazzaro. Lei è ancora prostrata ai piedi di Gesù, in quell'atteggiamento tante volte si era beata delle parole del maestro fino a suscitare la santa invidia della sorella Marta, tutta intenta a preparare un buon pranzo all'ospite divino. Ora non ascolta soltanto, ma sente di dover esprimere con un gesto concreto la sua immensa gratitudine: Gesù è suo Signore, il suo Re e perciò deve ungerlo con un unguento prezioso e profumato. La prostrazione ai suoi piedi, è il gesto dell'umile sudditanza, è il gesto di una fede viva nella risurrezione, è l'onore tributato a colui che ha richiamato tra i vivi il suo fratello Lazzaro, già nella tomba da quattro giorni. Maria esprime la gratitudine di tutti i credenti, il grazie di tutti salvati da Cristo, la lode di tutti i risorti, l'amore di tutti gli innamorati di Lui, la risposta migliore a tutti i segni con i quali egli ha manifestato a tutti noi la bontà di Dio. L'intervento di Giuda è la contro testimonianza più assurda e maldestra: l'espressione d'amore per lui diventa freddo e gelido calcolo tradotto in cifra, trecento denari. Chissà se egli si ricorderà fra non molti giorni del valore attribuito a quel vasetto di alabastro e se lo confronterà con i trenta denari per i quali ha venduto il suo maestro? Per chi è attaccato al denaro e lo ha fatto diventare il proprio idolo, davvero l'amore vale zero e la stessa persona del Cristo può essere svenduta per pochi soldi! È l'eterno contrasto che spesso sconvolge la vita del nostro povero mondo e dei suoi abitanti: o le ricchezze di Dio, incommensurabili, eterne, che riempiono l'umana esistenza o il vile denaro, che schiavizza e illude.


Quest anno la festa di San Benedetto si tralascia.

Apoftegmi - Detti dei Padri

Un anziano disse: «Lo sforzo e la sollecitudine di non peccare hanno un solo scopo: non scacciare dalla nostra anima Dio che vi abita».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

LA SCOMUNICA PER LE COLPE

Se un fratello si mostra ribelle o disobbediente o superbo o mormoratore o contrario a qualche punto della santa Regola e alle disposizioni degli anziani, e per di più anche sprezzante, costui sia ammonito in segreto dai suoi superiori una prima e una seconda volta, secondo il comandamento di nostro Signore (cf. Mt 18,15-17). Se non si corregge, sia ripreso pubblicamente davanti a tutti. Se neppure così si sarà emendato, sia sottoposto alla pena della scomunica, se è capace di comprenderne la portata; se invece non è sensibile ad essa, sia punito con un castigo corporale.


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