preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Questo cantico di ringraziamento e profetico e nello stesso tempo bene si addìce alla vigilia del grande evento, della nascita del Salvatore. Evoca quello della sentinella notturna che attende l’aurora che sfocia nel pieno giorno. E’ una esplosione di gioia dopo la mutezza ma anche un inno di gratitudine a Dio per aver mantenuto la sue promesse che risalgono ad Abramo e poi a Davide, lontano circa mille anni da questi avvenimenti. Dio è fedele alle sue promesse e sorge già il giorno per la liberazione di Israele. Una liberazione dai nemici materiali, ma in particolare dal peccato, dalla nostra ribellione al suo amore. La missione di questo bambino, di suo figlio è proprio quella di preparare , come l’aurora, l’avvento del sole di giustizia, il Signore Gesù, che verrà ad illuminare le coscienze, a rinsaldare i cuori nella fiducia, ad aprire agli uomini i sentieri della pace. E’ un cantico di speranza nella misericordia infinita e fedele del Signore. Per questo la liturgia lo pone tutte le mattine, nelle Lodi, sulle labbra dei salmodianti, come annunzio di fiducia in Colui che viene a visitarci come sole che sorge. L’imminenza del grande evento ci impone una preparazione, almeno oggi, se non l’avessimo fatta durante l’Avvento. Sei nelle tenebre del peccato, di una coscienza turbata per l’ingiustizia contro Dio e il prossimo e te stesso? Riacquista la tua personalità, la tua pace mediante un atto di umiltà riconoscendo i tuoi errori e confessandoli a chi ha il potere di donarti il perdono e la pace. Allora sarà un sole brillante quello che sorgerà in te che ti farà entrare nel mistero di amore che celebriamo.
Disse il padre Silvano: "guai a quel uomo, la cui fama è maggiore della sua opera".
SE A UN FRATELLO VENGONO COMANDATE COSE IMPOSSIBILI Se per caso a un fratello vengono comandate delle cose molto difficili o addirittura impossibili, egli accetti ugualmente l'ordine con tutta docilità e obbedienza. Se poi vede che il peso di quel carico impostogli è veramente al di sopra della sue forze, faccia presente al superiore i motivi della sua impossibilità, con pazienza e a tempo opportuno, senza arroganza o resistenza o opposizione. Ma se, anche dopo questa sua obiezione, il superiore rimane fermo nel comando, sappia il monaco che per lui è bene così e, per amore, confidando nell'aiuto di Dio, obbedisca.
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