Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Martedì 22 dicembre 2015

Il canto di Maria.

Spessissimo ci viene proposto questo sublime cantico di lode e di ringraziamento nella liturgia. La sua recita o canto è d’obbligo tutte sere nella celebrazione del Vespro. E nei monaci, religiosi e preti salmodianti allora è presente tutta la Chiesa, tutti i fedeli. Mi sembra allora quando mai naturale al termine della giornata durante la quale tanti doni di Dio ci hanno accompagnato, ripetere con Maria: L’anima mia ringrazia, loda, riconosce la grandezza di Dio che si china a donare le sue grazie non solo a Maria ma tutti noi. Noi, così poveri di ogni merito, stiamo sperimentando le meraviglie del Signore nel dono della fede, speranza e carità, nel susseguirsi dei tempi e celebrazioni liturgiche che ci fa rivivere nelle sue varie fasi il progetto di salvezza di Dio, dal battesimo che ci ha resi figli e eredi del paradiso, e ci ha aperto le porte agli altri sacramenti donatori di grazia fino alla realizzazione dell’oggetto della speranza cristiana e dell’opera redentrice di Gesù: la salvezza eterna. Il ringraziamento quindi è doveroso. Mentre vorrei suggerire ai celebranti di recitare questo cantico mentre lasciano l’altare nel ritorno in sacrestia, lo vedo vantaggioso anche per i fedeli per esprimere la propria gratitudine non solo dopo la Santa Comunione, ma anche in altri momenti in cui si sente il bisogno di innalzare a Dio l’inno di lode per benefici ricevuti. La gratitudine attira sempre nuovi favori, come nel caso dei dieci lebbrosi di cui uno solo ritorna a Gesù per ringraziarlo della guarigione fisica. Con questa ha un dono immensamente più grande, quello della fede.


O Re delle genti e pietra angolare della Chiesa:
vieni, e salva l'uomo che hai formato dalla terra.

Apoftegmi - Detti dei Padri

Il padre disse: "Non giudicare il fornicatore se sei continente perché tu trasgredisci altrettanto la legge. Infatti colui che ha detto: non fornicare, ha detto anche: non giudicare".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

I FRATELLI MANDATI IN VIAGGIO

I fratelli che devono essere mandati in viaggio si raccomandino alle preghiere di tutti i monaci e dell'abate; e all'ultima orazione dell'Ufficio divino si faccia sempre memoria di tutti gli assenti. I fratelli che rientrano da un viaggio, il giorno stesso del loro ritorno, a tutte le Ore canoniche, mentre sta per terminare l'Opus Dei, si prostrino a terra nell'oratorio, e chiedano la preghiera di tutti, per le mancanze che possono aver commesse eventualmente in viaggio col vedere o ascoltare cose non buone o col trattenersi in discorsi oziosi.


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