Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Mercoledì 16 dicembre 2015

Sei tu l’atteso?

Giovanni conduce avanti una predicazione forte. La sua parola di fuoco fa balenare l’opera abbattitrice della scure, quella purificatrice del fuoco, e quella di un giudizio senza pietà e misericordia. Gesù invece accoglie gli umili, pieno di misericordia verso i peccatori, conduce il suo insegnamento con dolcezza e nel pieno rispetto delle persone. Allora si chiede: Ma è questo il Messia di cui io sono chiamato a preparare la via? Forse un dubbio sulla vera identità del Signore Gesù sorge anche in lui. Per questo invia due dei suoi discepoli per accertarsi di essere nella verità: “Sei tu o dobbiamo aspettare un altro?” In quel momento sta operando prodigi a vantaggio dei più sfortunati colpiti da varie infermità e posseduti da demòni. La risposta da riportare a Giovanni è la scena a cui stanno assistendo: I ciechi vedono, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono mandati, ai poveri è annunziata la buona novella. E aggiunge: E beato chiunque non sarà scandalizzato di me. Sembra che Gesù voglia dire a Giovanni e a noi: Badate che le mie vie non sono le vostre vie, i miei pensieri non sono i vostri pensieri. Voi vedete le cose, le persone, gli avvenimenti dal fondo della valle, io invece le contemplo dall’alto del monte della mia divinità. Sappiate accettare con umiltà la vostra limitatezza senza voler giudicare ciò che è infinitamente più grande della vostra piccolezza, della vostra capacità di comprendere.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Il padre Elia disse: "Io ho timore di tre cose: di quando l'anima uscirà dal corpo, di quando mi incontrerò con Dio, di quando la sentenza sarà profferita su di me".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

IL PRIORE DEL MONASTERO

Capita abbastanza spesso purtroppo che per la nomina del priore nascano nel monastero gravi scandali. Ci sono infatti alcuni che, gonfi del malvagio spirito di superbia, si considerano come un secondo abate e, arrogandosi un potere assoluto, provocano scandali e divisioni nella comunità; e questo succede soprattutto in quei luoghi dove il priore viene designato dallo stesso vescovo o dagli stessi abati che hanno stabilito in carica l'abate. Quanto ciò sia assurdo è facile capirlo, perché così si dà al priore motivo per insuperbirsi già dall'inizio della sua carica; difatti i suoi pensieri gli insinueranno che egli è indipendente dall'autorità del suo abate, dal momento che anche lui è stato stabilito in carica da quelli stessi che hanno stabilito l'abate.


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