preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
La Chiesa universale ricorda oggi San Giovanni della Croce, nato a Fontiveros, presso Avila verso il 1542, entrò giovane nel Carmelo e ne fu il riformatore insieme a Santa Teresa d’Avila, di cui fu direttore spirituale.
Anima mistica, ne descrisse la tappe nelle opere di teologia spirituali. E’ chiamato il mistico del “nulla e del tutto:” Nulla è l’uomo, tutto è Dio. Pio XI lo dichiarò “Dottore mistico della Chiesa” nel 1926. Lasciamoci accompagnare da lui nelle considerazioni sul vangelo di Matteo che ci presenta Gesù che insegna nel tempio dopo aver cacciato i profanatori. A lui si presentano sdegnati i sommi sacerdoti e gli anziani che lo interrogano in modo processuale perché rèputano che abbia fatto un atto si usurpazione autorità, senza nessun mandato dall’autorità costituita. “Con quale autorità fai questo?” Gesù non risponde direttamente, ma vuole richiamare i capi del popolo alla loro responsabilità in questi tempi nuovi in cui si manifestano i segni di particolare richiamo. Li interroga a sua volta: "Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal Cielo o dagli uomini?” Alla domanda segue un grande imbarazzo. Come avrebbero risposto, si sarebbero dati la zappa ai piedi. Se rispondevano: Dal Cielo - sarebbero subito tacciati di incredulità: Perché allora non gli avete creduto? Se: Dagli uomini - la paura della gente li terrorizza perché tutti sono convinti che il Battista fosse un grande profeta inviato da Dio. Rispondono quindi: Non lo sappiamo. E Gesù a loro: "Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose." Vigiliamo perché non ci macchiamo anche noi di un comportamento ambiguo che ci allontana dalla verità per interesse o per difendere modi di agire che nella nostra coscienza consideriamo palesemente errati.
Un fratello disse al padre: "se cado in qualche misera colpa, il mio pensiero mi consuma e mi condanna, 'dicendomi perché sei caduto?'" Disse a lui l'anziano: "nel momento in cui l'uomo cade in una mancanza e dice: 'ho peccato!', subito trova quiete".
L'ELEZIONE DELL'ABATE Non sia agitato e apprensivo, non sia pignolo e ostinato, non sia geloso e troppo sospettoso, altrimenti non avrà mai pace. Negli stessi comandi sia previdente e ponderato, tanto se la cosa è di carattere spirituale quanto se è di carattere materiale; negli ordini che dà agisca con discernimento e moderazione, tenendo presente la discrezione del santo Giacobbe quando diceva: «Se faccio stancare troppo a camminare le mie pecore, mi moriranno tutte in un solo giorno» (Gen 33,13 Volg.).
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