preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
La lebbra, il male in genere, crea delle distanze talvolta incolmabili. Molti malati nel corpo e nello spirito ancora oggi debbono gridare forte per farsi ascoltare, perché emarginati dal consorzio civile e qualche volta anche dalle nostre chiese. Il grido dei dieci lebbrosi del Vangelo di oggi risuona come un'intensa preghiera: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi». In quel grido è accomunato il gemito dei sofferenti del mondo, la sofferenza degli emarginati, di tutti coloro che per farsi sentire da qualcuno debbono gridare. Per loro e nostra fortuna l'udito e la sensibilità di Cristo e infinitamente più acùta della nostra. Gesù li vede anche se distanti, e dà subito loro un messaggio di speranza: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». Erano loro che dovevano, secondo la Legge, dare le certificazione dell'avvenuta guarigione. Mentre vanno si accorgono di essere già guariti; uno solo, uno straniero, solo lui però sente immediatamente il bisogno di tornare indietro per lodare Dio e gettarsi, in atteggiamento di doverosa gratitudine, ai piedi di Gesù. Emergono due grandi insegnamenti per noi: non possiamo, come spesso accade, rifiutare la mediazione sacerdotale per avere la certezza del perdono di Dio, sono loro che debbono assolvere e sciogliere. La gratitudine a Dio poi è un sacrosanto dovere che mai dobbiamo smettere perché tutti siamo stati «guariti» e «salvati» da Cristo redentore.
l'Abba Pastor raccontò che l'Abba Ammone aveva detto: C'è un uomo che per tutta la vita porta con sé una scure, ma non riesce ad abbattere un albero; ce n'è un altro che è abituato a tagliare alberi e con pochi colpi abbatte l'albero.
COME DEVONO ESSERE ACCOLTI GLI OSPITI Una volta ricevuti dunque, gli ospiti siano condotti alla preghiera; dopo, sieda con loro il superiore o un fratello da lui incaricato. Si legga in presenza dell'ospite la Parola di Dio per edificarlo; e poi gli venga usata ogni attenzione. Il superiore per riguardo all'ospite rompa pure il digiuno, a meno che non sia un giorno speciale di digiuno che non si può violare; i fratelli invece proseguano la consueta osservanza del digiuno.
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