Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Sabato 18 luglio 2015

Gesù e i farisei...

La ferocia contro Gesù non si placherà mai. La verità che egli ha portato, la liberà dei figli, della quale egli è il Profeta, li dà fastidio. Ieri abbiamo sentito lo scandalo per aver strappato qualche spiga nel giorno di sabato. Anche oggi cercano di toglierlo di mezzo, di chiudere la sua bocca. E Gesù, proprio come il servo mite ed umile, non contende ma si fa da parte, si allontana. E' mite il Figlio di Dio che guarisce tutti. Compie veramente la figura del servo di Dio, che non oppone resistenza con la violenza, ma con la mitezza del servo sofferente di Isaia, del quale il egli dice: Lo Spirito del Signore è sopra di me, mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista, per rimettere in libertà gli oppressi. Non è facile mettersi da parte, specie quando crediamo di aver ragione, di stare nel giusto, di aver usato i carismi ricevuti secondo la volontà di Dio. Forse i destinatari della nostra carità non ne erano degni... allora scuotiamo la polvere dei nostri piedi, con amore e non disprezzo verso di loro e andiamo a fare la carità a coloro che hanno il cuore più aperto e gli occhi dell'anima più puliti, sapendo che tutto ha il suo tempo e il suo percorso. Ancora oggi, noi Cristiani, crediamo e preghiamo perché coloro ai quali per primi era rivolto l'annunzio della Buona novella capiscano e credano nella grande novità, nel grande compimento dell'antica promessa, portata al mondo da Gesù, Figlio di Dio.


Apoftegmi - Detti dei Padri

«Un giorno il santo padre Antonio, mentre sedeva nel deserto, fu preso da sconforto e da fitta tenebra di pensieri. E diceva a Dio: "O Signore! Io voglio salvarmi, ma i miei pensieri me lo impediscono. Che posso fare nella mia afflizione?". Ora, sporgendosi un po', Antonio vede un altro come lui, che sta seduto e lavora, poi interrompe il lavoro, si alza in piedi e prega, poi di nuovo si mette seduto ad intrecciare corde, e poi ancora si alza e prega. Era un angelo del Signore, mandato per correggere Antonio e dargli forza. E udì l'angelo che diceva: "Fa' così e sarai salvo". All'udire quelle parole, fu preso da grande gioia e coraggio; così fece e si salvò».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALE DEVE ESSERE L'ABATE

Non faccia preferenze di persone in monastero; non ami uno più dell'altro, eccetto chi avrà trovato migliore nelle buone opere e nell'obbedienza; non preferisca chi è nato libero a chi entra in monastero venendo dalla condizione servile, a meno che non ci sia un altro motivo ragionevole; che se, per dovere di giustizia, l'abate riterrà opportuno agire così, lo faccia per qualsiasi classe sociale; altrimenti ognuno conservi il proprio posto; perché, schiavi o liberi (Ef 6,8), tutti siamo uno in Cristo (Gal 3,28) e portiamo il medesimo peso della milizia e del servizio sotto un unico Signore: non vi è infatti presso Dio preferenza di persone (Rm 2,11); soltanto in una cosa possiamo distinguerci davanti a lui: se siamo trovati più umili e migliori degli altri nelle buone opere. Abbia dunque l'abate verso tutti uguale carità e, tenendo conto dei meriti di ciascuno, segua per tutti una medesima linea di condotta.


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