Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Sabato 13 giugno 2015

"Io vi dico: non giurate mai".

L'ottavo comandamento del Decalogo esige veridicità e lealtà con il prossimo. Nelle parole di Gesù tale esigenza è sottolineata con la proibizione assoluta dei giuramenti. "Non giurare neppure sulla tua testa, egli dice, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì, no, no; il di più viene dal maligno". Meraviglioso consiglio, che nel pensiero di Gesù non è certo solo un modo di esprimersi, ma un vero e proprio modo di vita. Evitare la doppiezza per sistema. Evitare la finzione. L'espressione di Gesù: "non giurare neppure sulla tua testa", è veramente sconcertante, e da parte nostra alquanto incosciente. Dio è padrone della tua vita, ha contato tutti i capelli del tuo capo e ti ha fatto così come sei. Come si può offrire in pegno qualcosa di cui non si può affatto disporre? Non arriviamo forse anche noi a espressioni forti, come "per la mia vita", "non possa più vedere i miei?" ed altro. Il nostro linguaggio dovrebbe essere sostenuto esclusivamente dalla semplicità e dalla serietà della nostra vita, senza ricorrere a formule religiose, implicanti l'onore di Dio per far passare quanto si vuole asserire. "Il vostro parlare sia sì, no". Le nostre parole devono esprimere veramente quello che pensiamo. Ciò vale anzitutto davanti a Dio, ma anche davanti agli uomini, di cui Dio stesso prende le difese. Gesù non vuole darci una norma etica, alquanto sapienziale, ma metterci davanti a Dio Padre sulla stessa sua linea. San Paolo dice: "Gesù Cristo non fu sì e no, ma in lui c'è stato il sì, e tutte le promesse di Dio in lui sono diventate sì". Il nostro Maestro vede all'opera anche il grande avversario dell'uomo, il maligno. Il giocare con l'onore di Dio, non è soltanto una semplice mancanza, ma una vera opposizione alla sua verità.


Memoria del Cuore Immacolato di Maria
Memoria mariana di origine devozionale istituita da Pio XII, l'odierna celebrazione ci invita a meditare sul mistero di Cristo e della Vergine nella sua interiorità e profondità. Maria, che custodisce la parola e i fatti del Signore meditandoli nel suo cuore (Lc 2,19), è dimora dello Spirito Santo, sede della sapienza (Lc 1,35), immagine e modello della Chiesa che ascolta e testimonia il messaggio del Signore. Lo Spirito Santo che ha preparato il Cuore della Vergine Maria a essere la dimora del Cristo e il tempio vivente di Dio. La grazia porta anche a noi la presenza divina, che ci consacra e ci dà gioia.

Apoftegmi - Detti dei Padri

L'abba disse che lui cominciava ogni giorno.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'ELEZIONE DELL'ABATE

Detesti i vizi, ami i fratelli. Anche quando deve correggere, agisca con prudenza e sia attento a non eccedere, perché non accada che a voler troppo raschiare la ruggine si rompa il vaso; abbia sempre presente la sua fragilità e ricordi che non si deve spezzare una canna incrinata (cf. Is 42,3; Mt 12,20). Con questo non vogliamo dire che debba permettere l'alimentarsi dei vizi, ma che usi prudenza e carità nello stroncarli, scegliendo il modo più adatto per ciascuno, come abbiamo già detto. E miri ad essere amato piuttosto che temuto.


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