preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Il vangelo di oggi ci presenta ancora un aspetto della nuova beatitudine dei credenti: la vigilanza. L'attesa del Signore è una caratteristica del credente che non si addormenta nella routine di ogni giorno, ma è sempre attivo e pronto; la vigilanza è segno della fede, della speranza, dell'attaccamento a Lui. Perché poi sono beati quelli che attendono il ritorno del Signore, nella scomoda posizione di chi non può mai riposare soddisfatto del suo lavoro? Perché questi servi, sempre in debito e sempre ansiosamente protesi verso il futuro, sono beati? Perché quel Dio esigente e imprevedibile che essi servono nell'attesa, già si è rivelato e si fa presente come Padre: il Dio temibile, si è manifestato «in mezzo a noi come colui che serve». Purché non ci si faccia trovare addormentati, come chi ha rinunciato alla beatitudine di aspettare e preparare il futuro promesso da Dio!
Un fratello interrogò un anziano: «Che fare? Una moltitudine di pensieri mi fa guerra e non so come resistere». Disse l'anziano: «Non lottare mai contro tutti, ma contro uno solo. Poiché tutti i pensieri degli uomini hanno una testa sola. Bisogna dunque esaminare quale sia realmente quell'unico pensiero e quale la sua natura, poi lottare contro di esso. Allora tutti gli altri pensieri perderanno la loro forza».
QUELLI CHE GIUNGONO TARDI ALL'UFFICIO DIVINO O ALLA MENSA Quando è l'ora dell'Ufficio divino, appena si sente il segnale, si lasci subito quanto si ha tra le mani e si corra con la massima sollecitudine, ma sempre con gravità, per non dare adito alla leggerezza. Nulla quindi si anteponga all'Opera di Dio. Se qualcuno alle Vigilie notturne arriverà dopo il Gloria del salmo 94 - che appunto per questo vogliamo sia detto in modo molto pacato e lento - non occupi in coro il posto suo, ma se ne stia all'ultimo oppure in disparte, in un posto che l'abate avrà destinato proprio per tali ritardatari, in modo che sia visto da lui e da tutti, fino a che, terminato l'Ufficio divino, dia soddisfazione con una pubblica penitenza.
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