preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Non è la prima né l'unica volta che il Signore paragona la nostra vita ad un albero. Ricordiamo tutti la storia del fico arido e ancora meglio quella della vite e dei tralci secchi, destinati al fuoco. Gesù, da ottimo psicologo, afferma che l'uomo, ognuno di noi, trae i suoi frutti dal buon tesoro del suo cuore. Dice ancora: «Ascoltate e intendete! Non quello che entra nella bocca rende impuro l'uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l'uomo!». «Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adultèri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie». Il nostro cuore quindi è paragonabile ad un grande contenitore. Se siamo capaci di riempirlo di verità e di bene le nostre azioni, informate da quel vero e da quel bene, saranno sante e buone. Dipende dall'ascolto, dall'accoglienza che riserviamo alla Parola di Dio. Così ci dice il Signore: "Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico?". Cambiando immagine egli afferma che le fondamenta del nostro edificio spirituale o sono poste sulla roccia, su Cristo, o sulla sabbia. Le tentazioni non mancano davvero e allora o costatiamo con gioia che la nostra casa è ben solida e capace di resistere all'infuriare dei venti e della tempeste o tristemente ne dobbiamo vedere la disfatta, il crollo. È la preghiera, in tutte le sue diverse espressioni e modalità, a rendere sempre più ferme e solide le nostra fondamenta. Comprendiamo così anche le cause delle terribili disfatte, dei fallimenti, delle rovine che sconvolgono tante umane esistenze. Quando mancano la preghiera e l'ascolto di Dio si brancola nel buio, si cade negli abissi del male...
«Amare è far esistere l'altro, forse è ascoltarlo invece di parlare, ricevere da lui invece di voler dare. Forse egli aspetta che io abbia bisogno di lui».
CON QUALE ORDINE DEVONO DIRSI I SALMI Ai Vespri si cantino ogni giorno quattro salmi, a partire dal 109 fino al 147, eccettuati quelli che si devono utilizzare per altre Ore, cioè dal salmo 117 al 127 e inoltre il 113 e il 142; tutti gli altri si dicano ai Vespri. E poiché verrebbero a mancare tre salmi, si devono dividere della serie suddetta i più lunghi, cioè il 138, il 143 e il 144; invece il salmo 116, dato che è molto breve, si unisca al 115. Stabilito così per i Vespri l'ordine dei salmi, tutto ciò che rimane, cioè la lettura, il responsorio, l'inno, il versetto e il cantico si compia come abbiamo indicato sopra.
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