Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Martedì 26 agosto 2014

La giustizia, la misericordia e la fedeltà.

Continua il discorso dei guai contro gli scribi e i farisei e contro tutti coloro che li ìmitano nelle loro falsità e le loro ipocrisie. Essi curano l'esteriorità e trasgrediscono palesemente le prescrizioni fondamentali della legge divina. Trascurano la giustizia, la virtù che ci pone ìntegri e praticanti davanti a Dio e testimoni autentici dinanzi agli uomini. La virtù che ci rende giusti con la vera adesione ai precetti del Signore, ci rende veraci e credibili perché portatori di verità annunciate e vissute. Ci rende ancora veri dinanzi al nostro prossimo a cui indichiamo la strada giusta per andare a Dio. Non essendo in un rapporto di comunione con il Signore si trascura e si viene meno anche alla misericordia: capita l'assurdo di sentir scandire condanne proprio da chi avrebbe più bisogno di perdono e di pietà. Chi non sperimenta la bontà del Signore e sempre portato alla rigidità verso gli altri. Capita anche ai nostri giorni di incontrare confessori "troppo santi" per essere veramente testimoni della divina ed infinita misericordia. Fanno parte della categoria antica degli scribi e dei farisei che imponevano pesi insopportabili agli altri. Infine, presi dalle esteriorità e induriti nel cuore, vengono meno anche alla bella virtù della fedeltà. È la perseveranza nel bene, la costanza negli impegni assunti, il senso del dovere da esplicare nei confronti del Signore e nei confronti del prossimo nei diversi stati di vita. Ai nostri giorni appare particolarmente urgente riscoprire le tre virtù di cui oggi il Signore ci parla. Viviamo infatti momenti in cui pare che la giustizia sia solo una chimera, una meta quasi irraggiungibile. Sappiamo quanta inquietudine genera la mancanza di giustizia anche solo nelle sue attuazioni umane. Proprio dalla mancanza di misericordia e dall'assenza del perdono sgorgano poi le peggiori lotte interminabili e vendette incrociate in diversi strati della nostra società.


Apoftegmi - Detti dei Padri

La preghiera

Lui «sa cosa è bene per noi e ci fa misericordia».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'UMILTÀ

Nel periodo invernale, cioè dal principio di novembre fino a Pasqua, ci si alzi, secondo una valutazione ragionevole, all'ottava ora della notte, in modo da dormire un po' più della metà della notte e levarsi a digestione compiuta. Il tempo poi che rimane dopo le Vigilie, i fratelli che hanno bisogno di imparare qualcosa del salterio o delle letture, lo dedichino a questo. Da Pasqua invece fino al principio di novembre, l'orario venga regolato in modo tale che, dopo l'Ufficio vigiliare, lasciato un brevissimo intervallo in cui i fratelli possano uscire per le necessità naturali, seguano subito le Lodi mattutine che devono celebrarsi alle prime luci dell'alba.


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