preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Non si placherà mai la discussione tra Gesù ed i farisei. Questi ultimi non riescono o non vogliono accettare Gesù come il vero Messia. Certamente riconoscono in Lui un qualcuno di diverso, forse un profeta o un grande maestro. Non riescono però a comprendere a fondo quello che Egli stesso dice. Non assumono il dato definitivo della fede che lo contempla come Figlio di Dio. Vedono le opere che egli realizza e in qualche modo capiscono che vi è qualcosa di buono in tutto ciò che compie eppure non riescono a fare il passo decisivo e non apprezzano tutto il Bene che scaturisce da Gesù. Lo scontro diventa così forte che i Giudei decidono di lapidarlo. In quel clima, diventato così incandescente, il passo dalla decisione all'attuazione pratica si fa veramente breve. Ci vuole tutta la determinazione di Gesù per stemperare gli animi. Egli si allontana allora da loro e si ritira al di là del Giordano, laddove prima battezzava Giovanni. Proprio in questo luogo la presenza di Giovanni il Battista è ancora sentita in modo profondo. Quella parte dei Giudei che ha seguito Gesù si è ricordata infatti delle parole del Battista. "Ecco l'Agnello di Dio": e credettero in Lui. Per comprendere le sue opere non è stata sufficiente la vista fisica e l'intelligenza umana. La fede è scaturita dalla comprensione, alla luce della sapienza delle profezia, dell'operato dello stesso Gesù. Siamo anche noi invitati a contemplare le opere di Gesù nella fede che nasce dalle Sacre Scritture.
Alcuni fratelli vollero vedere l'abba Antonio. Salirono su una barca, e li trovarono un anziano che anche lui voleva andare da Antonio, ma i fratelli non ne sapevano niente. Seduti sulla barca conversavano sui detti dei padri, sulle Scritture e sui loro lavori manuali. L'anziano invece stava in silenzio. Giunti al porto, si accorsero che anche l'anziano andava dall'abate. Arrivati da Antonio, questi disse: «Avete trovato un buon compagno di strada in questo anziano!». E al vecchio: «E tu ti sei trovato con dei buoni fratelli, Padre!». L'anziano rispose: d'accordo, ma la loro casa non ha porte: entra chi vuole nella stalla e slega l'asino!». Parlava così perché i fratelli dicevano tutto quello che passava loro per la testa.
IL LETTORE DI SETTIMANA Alla mensa dei fratelli mentre mangiano non deve mai mancare la lettura; ma non sia uno a caso che prenda un libro e si metta a leggere, bensì vi sia un lettore stabilito per tutta la settimana, che entra in servizio la domenica. Egli, iniziando il turno di lettura, dopo la Messa e la comunione, si raccomandi alla preghiera di tutti, perché Dio tenga lontano da lui lo spirito di superbia. Il lettore intoni nell'oratorio questo versetto, che venga poi ripetuto da tutti per tre volte: «Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode» (Sal 50,17); e, ricevuta la benedizione, entri nell'ufficio di lettore.
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