Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Mercoledì 02 aprile 2014

Facendosi uguale a Dio.

L'evangelista San Giovanni, con naturalezza e profondità ci dona la rivelazione di Cristo come Figlio del Padre. La sua esperienza umana accanto a Gesù, è stata vissuta non nell'orizzonte dell'immediato sensibile ma nel rapporto di Cristo-Padre, nello Spirito. Il Vangelo scritto da San Giovanni ha come elemento essenziale questo rapporto con Gesù, come partecipazione al legame profondo e trinitario. San Giovanni, che ha vissuto in piena comunione ed intimità con Gesù riconosce la presenza di un mistero che va ben oltre la sua capacità intellettiva. È un mistero che è vissuto nella sua completa naturalità. Il Figlio dona per noi la vita al Padre. È un dono di amore che rifulge nel mistero pasquale e che è condiviso per noi nell'umanità del Figlio Incarnato. San Giovanni riconosce che Cristo è il Figlio non in base a ragionamenti intellettuali ma come il necessario effetto della sua esperienza umana, esperienza di amore profondo. La fede ci dice che Gesù è il vero uomo e il vero Dio in un mistero inscindibile. La fede però per noi non dovrebbe essere un dato esterno, quasi imposto o soltanto culturale, ma deve nascere dal nostro rapporto personale con Gesù. È un rapporto di amore che si nutre e alimenta il nostro rapporto di amore verso il nostro prossimo. Non vergogniamoci di dimostrare il nostro amore, proclamiamolo nella semplicità e nella discrezione della nostra vita.


Apoftegmi - Detti dei Padri

L'abate Agatone dava sovente questo consiglio al suo discepolo: Non appropriarti mai di un oggetto che non vorresti cedere immediatamente a chiunque.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

GLI ATTREZZI E GLI ALTRI OGGETTI DEL MONASTERO

Per tutto quanto il monastero possiede in attrezzi o vestiario o altri oggetti di vario genere, l'abate scelga dei fratelli su cui possa fare affidamento per la loro vita e i loro costumi e a suo giudizio consegni a ciascuno le singole cose perché le tengano in ordine e le raccolgano. E di tutto l'abate tenga un inventario, perché quando i fratelli si avvicendano nell'incarico, sappia quello che dà e quello che riceve. Se poi uno tratta con poca pulizia o con negligenza gli oggetti del monastero, sia ripreso; e, se non si corregge, sia sottoposto alla disciplina regolare.


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