preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Il brano del Vangelo di oggi è tratto dal capitolo ventitreesimo del vangelo di San Matteo. Gesù è ormai a Gerusalemme dove incontra l'ostilità aperta dei responsabili civili e religiosi del popolo giudeo. Si stanno ormai maturando i tempi della conclusione terrena del suo mandato. Una visione puramente umana parlerebbe di ciò che sta vivendo Gesù come di un momento di crisi. È una crisi profonda che coinvolge, in modo diverso, anche i suoi discepoli e gli apostoli e che finirà con la morte in croce del messia; egli, venuto a proclamare la libertà per gli oppressi, ora sembra fallire, almeno dal punto di vista umano. Negli ultimi insegnamenti di Gesù vi è allora una preoccupazione profonda che è diretta specialmente ai suoi discepoli. Egli insegna loro che possano vivere la sua Morte e Passione non secondo le aspettative solo umane, ma li vivano come inscritti nel piano d'amore di Dio. Ciò che ora potrà restare incomprensibile ed oscuro ai suoi discepoli sarà la fonte della vera luce. Gesù ha incontrato molte volte l'ipocrisia di chi lo voleva combattere. Egli ha sempre risposto, nella verità senza adeguarsi alla loro mentalità. Noi abbiamo lo stesso invito, per la nostra vita per allargare i nostri desideri e comprendere l'amore di Dio verso di noi. Troveremo una grande consolazione, nei nostri cuori quando avremo allontanato ogni giudizio e condanna.
Un anziano disse: «Se vuoi vivere, o uomo, secondo la legge di Dio, avrai per protettore l'autore stesso di quella legge».
RIVERENZA NELLA PREGHIERA Se, quando vogliamo presentare qualche richiesta ai potenti, non osiamo farlo se non con umiltà e rispetto, quanto più al Signore Dio dell'universo dobbiamo rivolgere le nostre suppliche in tutta umiltà e purezza di devozione! E noi sappiamo che saremo esauditi non per le molte parole, ma per la purezza del cuore e le lacrime di compunzione. Perciò la preghiera deve essere breve e pura, a meno che non venga prolungata per il fervore ispirato dalla grazia divina. Ma lorazione che si fa in comune sia assolutamente breve e, dato il segnale dal superiore, si alzino tutti insieme.
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