preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Lo dichiara Pietro al centro dell'episodio della trasfigurazione, cuore della liturgia odierna. In questo avvenimento Gesù chiama con sé gli apostoli: Pietro, Giacomo e Giovanni; salgono poi su un alto monte, il Tàbor, e lì, davanti a loro, Gesù si trasfigùra, rivelando la sua natura divina. Questa grande manifestazione di potenza e gloria sbalordisce gli apostoli. E Pietro ben esprime lo stupore di tutti con l'esclamazione: "è bello stare qui". Egli comprende l'importanza di quel momento così solenne. Il messia che tanto aspettavano sembra ora manifestarsi in tutto il suo splendore. Pietro proclama la volontà di rimanere sul Tabor, esprime il desiderio di stare con Gesù. Egli manifesta così il suo stupore estatico ed il suo voler essere di Gesù. Dopo vi è l'apparizione dei due profeti dell'Antico Testamento: Mosè ed Elìa; la teofonìa si realizza nella sua completezza con la voce del Padre. I tre apostoli, quasi atterriti da tanta stupefacenza, cadono a terra tramortiti. Gesù si avvicina a loro, con delicatezza, per destarli. Egli vuole che essi si sveglino per scendere dal Tabor, per irrobustire la loro fede, ancora troppo legata alle aspettative terrene. Il Tabor deve essere ancora vissuto con l'ascesa al Calvario. In questa consapevolezza nasce la possibilità di poter vivere la pienezza dei doni di grazia di Gesù. Leggiamo allora in questa ottica l'invito di Gesù fatto agli apostoli di scendere dal monte. Scopriremo allora che Gesù non vuole allontanarci dalla gloria dell'éstasi. La vita del cristiano passa anche attraverso il Calvario ma deve avere il monte Tabor come riferimento vero e finale. La gloria di Cristo è manifestata dal bagliore del volto che brilla più del sole. Riconosciamo in quel volto la sua umanità tenera, quando si avvicina agli apostoli per rincuorarli. Scopriamo che nella vera umanità rifulge la gloria del Tabor, umanità attenta e sollecita alle necessità del prossimo. Sia per noi l'insegnamento a vivere il nostro cristianesimo nell'amore di Gesù che manifesta la sua divinità con la dolcezza della sua umanità.
Il discepolo disse al maestro: Sono contento che tu sia qui.
CON QUALE ORDINE DEVONO DIRSI I SALMI Ci teniamo però a far notare espressamente che se a qualcuno non piace questa distribuzione dei salmi, li disponga pure diversamente, nel modo che ritiene più opportuno; purché faccia attenzione che ogni settimana si reciti l'intero salterio dei centocinquanta salmi e che la domenica alle Vigilie notturne si ricominci sempre da capo; perché darebbero prova di grande pigrizia nel servizio a cui si sono consacrati quei monaci che nell'arco di una settimana recitassero meno dell'intero salterio insieme ai cantici consueti, quando invece leggiamo che i nostri santi Padri compivano con fervore in un sol giorno ciò che noi tiepidi è da sperare che riusciamo a fare almeno in una intera settimana.
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