Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Lunedì 03 marzo 2014

Una cosa sola ti manca; va', vendi quello che hai.

Torna in questa pagina del Vangelo il discorso sulle ricchezze. E' da chiedersi: perché l'atteggiamento di Gesù è così severo da esprimerlo perfino con una similitudine assurda? "E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio". Il gran male non sta nella ricchezza, ma nel rendersi schiavo della medesima. Gesù non condanna chi ha molte ricchezze, ma chi pone in esse il suo cuore. La cupidigia infatti acceca gli occhi dell'anima, inaridisce il cuore e uccide gli affetti più cari. Chi ha il cuore posseduto dai beni resta insensibile ad ogni invito del Signore. Chi è preso da quello che ha, non può vivere quello che è come figlio di Dio sulla similitudine del suo Maestro, che "non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso". La scena iniziale di questa Vangelo è splendida, ricca di generosità, e lanciata verso un futuro di gloria, sia da parte di Gesù, sia da parte di quel giovane. Così si narra. "Mentre Gesù usciva per mettersi in viaggio"... verso Gerusalemme, da dove inizialmente era partito, ora vi ritorna per completare il suo atto di consacrazione per l'umanità. Un tale gli corse incontro (anche lui è in viaggio) e, gettandosi in ginocchio gli domandò: "Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?" "Osserva i comandamenti di Dio", gli rispose Gesù. Osserva, sii servo per quello che ti ingiunge il Signore che è nei cieli. E alla sincera affermazione che ciò era stata la sua costante premura fin dalla più tenera età, Gesù, dice l'evangelista: "Fissàtolo, lo amò". Il volto di Dio si posa sempre sulla sua creatura, e non ritratta mai la sua paternità, ma per quel giovane il viaggio verso Gerusalemme, verso la compartecipazione all'amore con Cristo, si è interrotta. Resta da considerare almeno due cose: la porta del Signore è sempre aperta, e quanto ci è stato proposto in questa pagina del Vangelo, è provocante per ciascuno di noi. Sarà accolto? "Quello che non è possibile agli uomini, è possibile a Dio".


Apoftegmi - Detti dei Padri

«La cella del monaco è la fornace di Babilonia, dove i tre fanciulli trovarono il Figlio di Dio; e la colonna di nube, da cui Dio parlò a Mosè».
La cella è il sinonimo della preghiera, perché è il luogo dove, nel segreto e nella verità, ci collochiamo davanti al Padre. E quando la preghiera è luce e fuoco, allora la cella diventa una fornace ardente e il luogo dove si manifesta la nube luminosa.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

COME CELEBRARE LE LODI MATTUTINE

La domenica alle Lodi mattutine si dica prima il salmo 66, senza antifona, di seguito;poi il salmo 50, cantato con l'Alleluia; dopo di esso il 117 e il 62; quindi il cantico Benedicite (Dn 3,57-88) e le laudes (i salmi 148-149-150), una lettura dell'Apocalisse a memoria, il responsorio, l'inno, il versetto, il cantico del Vangelo, la litania; e così si termini.


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