Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Mercoledì 22 gennaio 2014

I farisei e gli erodiani in consiglio per far morie Gesù.

Nel brano del Vangelo di oggi, due categorie di persone, dalla mentalità opposta si trovano riunite. Ciò che li avvicina però non è un tentativo di riconciliazione o un tentativo sincero di ricomporre le loro diverse prospettive. Gli erodiani ed i farisei si ritrovano insieme per tramare del male nel tentativo di uccidere quel Gesù, difensore della vita, che incute loro paura. I farisei, ancora nell'attesa del messia, sono dei tradizionalisti ciechi e sordi ad ogni novità e sospettosi di tutto ciò che può scalfire il loro potere. Gli erodiani, invece, credono ad Erode come il vero messia. Per loro la storia è una sola questione umana, fatta da politica avulsa da qualsiasi progetto divino. L'erodiano crede che l'uomo stesso è destino di se stesso e scopre nel genio politico di Erode la possibilità del vero ed unico riscatto. Due mentalità non solo diverse ma contrapposte, si alleano per eliminare Gesù. Un brano, che letto oggi, non perde niente della sua drammaticità, anzi ne esalta la sua attualità. È una esortazione a scoprire in Gesù il nostro Messia. Con il suo messianesimo, rivolto a guarire e sanare le persone, pone Gesù come l'autore vero ed unico della vita, che guarisce e mèdica tutte le ferite. Affidiamoci a Lui con fede e riconoscenza ed apriamo il nostro cuore a quelle realtà e novità che veramente possono cambiare la nostra vita.


Nel nostro Monastero: San Vincenzo Martire, Patrono della chiesa e del monastero, sol.

Apoftegmi - Detti dei Padri

"Un fratello chiese ad un anziano: 'Come trovare il Nome del mio Signore Gesù Cristo?'. L'anziano gli disse: 'Se tu non ami prima la fatica, non puoi trovarlo'".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALE DEVE ESSERE L'ABATE

Sappia l'abate che si è assunto l'incarico di guidare le anime e perciò deve prepararsi a renderne conto; e di quanti fratelli egli sa affidati alle sue cure, sia ben certo che nel giorno del giudizio dovrà appunto rendere conto a Dio di tutte e singole queste anime, compresa naturalmente la sua. E così, nel continuo timore dell'esame che, quale pastore, subirà circa le anime a lui affidate, mentre si dà pensiero per il rendiconto altrui, si fa sollecito per il proprio; e mentre con i suoi ammonimenti bada alla correzione degli altri, egli stesso viene emendandosi dei propri difetti.


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