Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Domenica 19 gennaio 2014

La rivelazione a Giovanni Battista.

Dopo lo stupendo inno del Prologo, il quarto Vangelo, quello di Giovanni, introduce gli apostoli nella chiamata di Gesù. L'Evangelista vuol tracciare un grande quadro dove ognuno dei protagonisti dipinge dei tratti per permettere di svelare il Volto di Cristo. Nel voler seguire gli intenti dell'Evangelista troviamo la figura di Giovanni il Battista, che fa quasi da ponte per introdurre gli apostoli. Egli stesso, il Battista, incomincia a tratteggiare la figura di Cristo, riferendosi all'immagine dell'Agnello. Un richiamo ai testi profetici di Isaia e Geremia che in qualche modo preannuncia il mistero della morte e risurrezione di Cristo. Importante è però capire che anche il Battista è stato partecipe ad una rivelazione. Il brano del Vangelo riporta il racconto di Giovanni Battista del Battesimo di Gesù al Giordano. Sono riportati i tratti essenziali del racconto presente negli altri Evangelisti come rivelazione solenne e grandiosa di Gesù nel Mistero trinitario. È presente lo Spirito Santo e la voce del Padre che indica in Gesù il suo Figlio. Troviamo, nel brano odierno però una sottolineatura come esperienza vissuta nella profondità dell'anima. La voce del Padre non solo annuncia una presenza ma si fa viva nel cuore del Battista. Egli sente presente in sé la rivelazione di Gesù e ciò gli permettere di assumere in pieno il mandato di precursore. Nel rivelare la missione del Figlio, si realizza il mandato affidato al Battista. Ogni esperienza di Dio che si attua nella nostra vita dovrebbe essere in grado di illuminarla e darne un significato pieno e profondo. Il mistero di Cristo non è semplicemente un dato culturale ma è vitale per noi da realizzare compiutamente e concretamente nell'amore verso i fratelli.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Sforzati di entrare nella cella del tesoro che è dentro di te e vedrai quella che è in cielo: l'una e l'altra sono un'unica (cella), e per una sola porta le vedrai entrambe. La scala che conduce al Regno è nascosta dentro di te, nella tua anima. Tu immergiti in te stesso, (lontano) dal peccato, e lì tu troverai i gradini per i quali salire.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALE DEVE ESSERE L'ABATE

Né chiuda gli occhi sui vizi dei trasgressori, ma appena cominciano a nascere li strappi fin dalle radici con tutte le forze, memore della triste fine di Eli, sacerdote di Silo (cf. 1 Sam 2,27-34). E i più docili e disponibili li riprenda a parole, ammonendoli una prima e una seconda volta; ma i malvagi, gli ostinati, i superbi e i disobbedienti li reprima con le battiture o altri castighi corporali sin dal primo apparire del vizio, sapendo che sta scritto: «Lo stolto non si corregge a parole» (Pr 29,19); e ancora: «Percuoti con la verga tuo figlio e lo strapperai dalla morte» (Pr 23,14).


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