Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Lunedì 25 novembre 2013

L'obolo della vedeva.

Davvero i pensieri di Dio non sono come i nostri, i suoi calcoli sono molto, molto diversi. La ragione principale sta nel fatto che egli vede con gli occhi della sapienza infinita che scruta i cuori e l'intimità dei nostri sentimenti. I nostri calcoli invece sono spesso fatti di numeri e di visioni superficiali o ancor peggio con giudizi temerari. Gesù osserva i ricchi che fanno cadere le loro pesanti monete, facendole risuonare nel grande contenitore di rame posto all'ingresso del tempio. Il suono ne indicava anche l'entità. I due spiccioli della povera vedova erano caduti quasi muti e neanche gli uditi più sensibili avrebbero potuto percepirne l'eco. Lo sguardo di Gesù su quella vedova si posa con compiacenza. «In verità vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti». Egli non ha ascoltato e valutato il tintinnìo delle monete, ma ha visto le generosità del cuore: «Questa nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere». Ecco le generosità vera, senza calcolo, offerta con amore. È facile per i ricchi dare ciò di cui sovrabbondano. Il povero invece avrebbe mille motivi per trattenersi qualcosa. Dare tutto è da eroi! Ma apre all'abbandono in Dio che sa provvedere a tutti.


Apoftegmi - Detti dei Padri

L'Abba Pastor disse: Non abitare in un posto dove ti accorgi che gli altri ti invidiano, perché là non potrai crescere.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

NORME PER L'ACCETTAZIONE DEI FRATELLI

Colui che deve essere ammesso prometta nell'oratorio alla presenza di tutti la sua stabilità, la conversione dei suoi costumi e l'obbedienza, davanti a Dio e ai suoi Santi, perché se un giorno dovesse agire diversamente, sappia che sarà condannato da Dio stesso del quale si prende gioco. Di questa sua promessa rediga una carta di professione a nome dei Santi di cui lì si conservano le reliquie e dell'abate presente. Tale carta di professione la scriva di sua mano lui stesso; oppure, se non sa scrivere, la scriva un altro a sua richiesta e il novizio vi apponga un segno; e poi di sua mano la deponga sull'altare. Dopo averla deposta, il novizio intoni subito questo versetto: «Accoglimi, Signore, secondo la tua parola e avrò la vita: non deludermi nella mia speranza» (Sal 118,116). Tutta la comunità ripeta per tre volte il versetto, aggiungendovi il Gloria Patri. Allora il fratello novizio si prostri ai piedi di tutti, perché preghino per lui; e da quel momento sia ormai annoverato tra i membri della comunità.


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