Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Sabato 23 novembre 2013

Il Dio dei vivi.

"Se non esiste risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato!". È una solenne affermazione di San Paolo nella lettera ai Corinzi. Lo stesso apostolo aggiunge che se Cristo non è risorto è vana la nostra fede, e arriva a dirci: "Se poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini". I sadducèi non credevano nella risurrezione e immaginavano la vita futura come una continuazione più o meno aggiornata di quella presente. Con questa convinzione pongono a Gesù la domanda sulla sorte futura di una donna che aveva avuto ben sette mariti e da nessuno di essi aveva avuto figli: "Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie". Gesù non svela appieno i segreti della vita eterna: "i segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio". L'apostolo Giovanni afferma: "Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è". Il Signore però non manca di informarci sufficientemente circa la nuova dimensione di vita che sperimenteremo in Dio: "I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell'altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio". Questa è la nostra fede, è l'orientamento di tutta la nostra esistenza, il Regno di Dio. Tutto l'altro, incluso il matrimonio, è quel che ci deve aiutare a realizzare l'obiettivo: la vita eterna.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Uno degli anziani disse: Proprio come l'ape, dovunque vada, fa il miele, così il monaco, dovunque vada, se va a fare la volontà di Dio produce sempre la dolcezza delle opere buone.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

NORME PER L'ACCETTAZIONE DEI FRATELLI

Se egli promette di perseverare nella sua stabilità, dopo due mesi gli si legga di seguito questa Regola e gli si dica: «Ecco la legge sotto la quale tu vuoi militare: se puoi osservarla, entra; se non puoi, va' pure via liberamente». Se rimane fermo nella sua decisione, lo si riconduca nel suddetto locale del noviziato e di nuovo sia messa alla prova in tutto la sua pazienza. Passati sei mesi, gli si rilegga la Regola, affinché sappia che cosa abbraccia. E se ancora persevera, dopo altri quattro mesi gli si rilegga di nuovo la Regola.


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